
Garlasco: Rivoluzione nellâInchiesta sul Delitto di Chiara Poggi, Riconosciuta l’InaffidabilitĂ delle Prove sul Lavandino
ROMA – Le recenti indagini sul delitto di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, stanno svelando un particolare sorprendente: lâassassino della giovane non si sarebbe lavato le mani nel bagno nĂŠ avrebbe pulito via tracce di sangue da dispenser e lavandino. Questa informazione, che potrebbe rivelarsi cruciale, riscrive alcune delle prove che avevano inizialmente incastrato il fidanzato della vittima, Alberto Stasi.
Negli anni, la condanna di Stasi, confermata dalla Cassazione con una pena di 16 anni, si era basata in parte su due impronte rinvenute sul dispenser del sapone, considerate segni inconfutabili del suo passaggio post-delitto. Tuttavia, le nuove valutazioni condotte dagli inquirenti hanno portato a una revisione di tale versione, suggerendo che nemmeno il lavandino nĂŠ il dispenser siano stati utilizzati dal killer.
Il Rovesciamento delle Prove
Nel contesto delle indagini bis, i pubblici ministeri stanno indagando su unâalternativa: che il lavandino fosse completamente privo di tracce ematiche e che le impronte ritrovate non fossero indicative di unâaggressione premeditata. Questo cambio di prospettiva ribalta potenzialmente la narrazione del caso, sottolineando la necessitĂ di riscrivere la storia di un crimine che ha scosso lâItalia.
In particolare, le indagini condotte cinque anni fa hanno messo in luce dati significativi. âĂ impossibile che il lavandino e il dispenser siano stati lavati accuratamente dallâaggressore," affermano le fonti investigative. Queste analisi non solo hanno messo in discussione le conclusioni a cui era giunta la precedente corte, ma hanno anche suggerito elementi di prova trascurati fino a questo momento.
Tracce Inaspettate e Nuove Impronte
In aggiunta alle contestate impronte di Stasi, sono stati scoperti numerosi altri segni lasciati nel bagno, che dimostrano che gli elementi non sono stati oggetto di pulizia. In effetti, è stato rinvenuto il Dna di Chiara Poggi e della madre, evidenziando ulteriormente che non ci sono stati tentativi di rimuovere le tracce.
Un ulteriore indizio interessante è rappresentato da quattro capelli neri trovati vicino allo scarico, mai repertati. La presenza di tali capelli suggerisce che, se il lavandino fosse stato lavato, avrebbero dovuto essere portati via dall’acqua, il che non è avvenuto.
Il Mistero dell’Impronta Numero 10
Câè un altro elemento che promette di intensificare lâattenzione degli inquirenti: lâimpronta numero 10 trovata sulla porta dâingresso dellâabitazione. Questa impronta potrebbe appartenere allâassassino, e la sua analisi potrebbe costituire il tassello mancante del puzzle. Si stanno valutando se la scena evidenzi un singolo aggressore o se si debba considerare la possibilitĂ di complici.
Conclusioni Provvisorie
La revoca delle certezze accumulate nel corso degli anni su questo caso è un campanello dâallarme non solo per la giustizia italiana, ma per tutti coloro che seguono le indagini. Le nuove teorie portano a riflessioni profonde sulla vulnerabilitĂ delle prove forensi, mettendo in luce quanto sia fondamentale unâanalisi accurata e oggettiva.
Con la partita che si gioca attorno a nuove prove e impronte, è evidente che la verità sul delitto di Garlasco è lontana dal essere definitively scritta. Ribaltamenti come questi ci ricordano che la giustizia deve essere sempre un processo in evoluzione, mai statico.