
Musk ufficializza l’addio all’amministrazione Trump: il DOGE perde un protagonista
ROMA – Elon Musk ha ufficializzato il proprio abbandono dell’amministrazione Trump, un annuncio che è risuonato su tutti i social e che ha trovato conferma anche nella Casa Bianca. In un post su X, il miliardario ha dichiarato: “Mentre il mio periodo programmato come dipendente governativo speciale volge al termine, vorrei ringraziare il presidente Trump per l’opportunitĂ di ridurre gli sprechi”. Questo riferimento al DOGE, il Dipartimento per l’Efficienza Governativa di cui era a capo, segna un capitolo chiuso.
La sua gestione, tecnicamente prevista per durare 130 giorni, si è conclusa in anticipo e senza un saluto formale al presidente. La decisione di anticipare l’uscita è stata presa a livello dirigenziale, senza un confronto diretto con Trump, evidenziando una crescente frizione tra i due.
Durante il suo mandato, Musk ha sperimentato risultati contrastanti nella sua missione di ristrutturare l’amministrazione federale. Ha dichiarato al Washington Post: “La situazione della burocrazia federale è molto peggiore di quanto pensassi”, evidenziando le difficoltà incontrate nel cercare di apportare miglioramenti in un contesto così complesso.
Nei giorni precedenti al suo ritiro, Musk aveva già mostrato segnali di disimpegno, criticando apertamente il piano di spesa di Trump e manifestando delusione per la scarsa reazione al progetto DOGE. Ha accusato l’amministrazione di politicizzare il dipartimento e, in un attacco diretto, ha definito “un idiota” il consigliere commerciale Peter Navarro per aver bocciato la sua proposta di “tariffe zero” tra gli Stati Uniti e l’Europa.
Le tensioni non si sono fermate al piano politico, ma si sono estese anche al settore tecnologico. Secondo il Wall Street Journal, Musk avrebbe esternato il proprio malcontento per un accordo tra OpenAI e Abu Dhabi, ritenendolo dannoso per i suoi affari. La sua insoddisfazione è aumentata, anche in seguito alla sconfitta del suo candidato alle elezioni in Wisconsin, dove aveva investito 25 milioni di dollari nella campagna, una delusione che ha ulteriormente spegnato i suoi entusiasmi.
Il bilancio del DOGE parla chiaro: un taglio del 12% della forza lavoro federale, corrispondente a circa 260.000 dipendenti civili, è stato registrato, con riduzioni avvenute attraverso prepensionamenti e licenziamenti. Questo scenario non era previsto e mostra le ripercussioni delle scelte politiche intraprese.
Infine, Musk, che lo scorso anno aveva investito quasi 300 milioni di dollari a favore della campagna repubblicana, ha comunicato l’intenzione di ridimensionare le proprie donazioni politiche. Nonostante una promessa di ulteriori 100 milioni per i gruppi pro-Trump in vista delle elezioni di midterm del 2026, i fondi non risultavano ancora versati. “Penso di aver fatto abbastanza”, ha chiosato Musk in un forum economico in Qatar, chiudendo così un capitolo ricco di tensioni e sfide.