
Mantovano Revoca le Scorte agli Ex Premier: Il Contrattacco di Renzi
BOLOGNA – È ufficiale: a partire dal 1° gennaio 2026, gli ex presidenti del Consiglio italiano non beneficeranno più della scorta fornita dai Servizi segreti, ma solo di un dispositivo di sicurezza gestito dal Ministero dell’Interno. Questa decisione, comunicata dal sottosegretario Alfredo Mantovano, ha sollevato un vespaio di polemiche, con Matteo Renzi che ha immediatamente risposto alle critiche del governo.
La misura riguarda personalità politiche di spicco, tra cui Renzi stesso, Paolo Gentiloni, Mario Monti, Romano Prodi e Massimo D’Alema. Renzi ha definito l’anzidetta scelta come una “vendetta” personale, insinuando che si tratti di un atto politicamente motivato dovuto alle sue critiche al governo Meloni.
“Se mi dovesse succedere qualcosa, la responsabilità politica è di Meloni e Mantovano”, ha dichiarato Renzi. L’ex premier ha aggiunto che, qualora si verificassero incidenti a sua carico, il Viminale non potrebbe essere ritenuto responsabile, evidenziando, invece, la “piena responsabilità politica” dei due esponenti governativi.
Questa controversa decisione è stata anticipata dal quotidiano Il Foglio, e la rivelazione ha provocato una forte irritazione da parte di Renzi. “È una misura senza precedenti”, ha commentato, mettendo in discussione l’autenticità delle motivazioni di risparmio avanzate da Mantovano. Secondo l’ex premier, scelte simili non erano mai state adottate in contesti di rivalità politica così accentuata.
Il Governo e le Velina: Un Nuovo Scandalo?
Non è intervenuto solo sul merito della decisione, ma anche sulle modalità con cui questa è stata comunicata. Renzi ha accusato il governo di aver violato la riservatezza di una lettera che aveva ricevuto, rendendola pubblica attraverso una fuga di notizie orchestrata.
In una nota, ha spiegato di aver ricevuto una comunicazione riservata da Mantovano il 15 aprile 2025; “Tre ore dopo, Il Foglio ha pubblicato la lettera, senza il timbro del protocollo”, ha denunciato, insinuando che solamente Palazzo Chigi potesse aver diffuso l’informazione.
Conclude Renzi, definiendo la situazione “grave” e sottolineando “la superficialità con cui vengono gestite informazioni così riservate”. Secondo lui, l’atteggiamento di Mantovano nel comunicare notizie di questa sensibilità è “pericoloso” e “incomprensibile”.
In un clima politico già teso, questa nuova controversia rischia di acuire ulteriormente il dibattito tra governo e opposizione, mettendo in luce le fragilità di un sistema politico sempre più esposto alle polemiche.