
A Salerno il presidio contro il genocidio a Gaza blocca ‘la nave delle armi’
SALERNO – Oggi, un importante presidio di protesta si è svolto a Salerno, dove la nave Contship Era della compagnia israeliana Zim è rimasta ferma all’altezza della penisola sorrentina, bloccando un carico di munizioni destinate a Tel Aviv. Questa manifestazione rappresenta la prosecuzione della mobilitazione dell’Unione Sindacale di Base (Usb), iniziata ieri a Genova, dove i portuali si erano rifiutati di caricare armi sulla nave.
“La manifestazione di Genova ha fissato la rotta”, ha dichiarato l’Usb, sottolineando come le proteste stiano guadagnando sempre più risonanza a livello nazionale. Dopo il diniego dei portuali di Marsiglia di caricare munizioni sulla Contship Era, anche Salerno ha risposto con un presidio volto a garantire che non venissero effettuati carichi di armi.
Nonostante la Contship Era abbia cambiato rotta e non abbia attraccato al porto di Salerno, “il presidio contro il genocidio è stato mantenuto”, ha confermato il sindaco, testimoniando la significativa presenza di partecipanti tra cui membri della Usb e una delegazione del Coordinamento Autisti Riuniti.
Inizialmente, la nave era prevista per un ulteriore scalo a Scilla, in Calabria, dove era previsto un presidio. Tuttavia, anche qui, il programma è stato modificato per conferire maggiore supporto alla mobilitazione in corso a Salerno. “La lotta contro le navi della morte e il traffico di armi negli scali portuali italiani sta diventando di ora in ora più forte”, ha dichiarato un portavoce dell’Usb, evidenziando l’importanza di dimostrare solidarietà, soprattutto in un momento in cui la nave della Freedom Flotilla è stata abbordata dall’esercito israeliano mentre tentava di forzare il blocco su Gaza.
In segno di continuo supporto, l’Usb ha annunciato la sua adesione allo sciopero generale in programma il 20 giugno, con l’obiettivo di “fermare il genocidio in Palestina” e mettere in luce le politiche di guerra del governo Meloni. Il 21 giugno, l’Usb guiderà una manifestazione a Roma, in piazza Vittorio Emanuele, con le parole d’ordine di abbassare le armi e alzare i salari, confermando così l’impegno persistente nelle lotte sociali e pacifiste.
In un contesto globale sempre più teso, questi eventi a Salerno e Genova non sono solo atti di protesta, ma simboleggiano il crescente no all’export di armi e le relative politiche che favoriscono il conflitto, stimolando un’ampia riflessione sul ruolo dell’Italia nella questione israeliano-palestinese.