Attivisti della Freedom Flotilla RAPITI: la detenzione di Israele è davvero legale?

Attivisti liberati o detenuti? La polemica sulla Freedom Flotilla si intensifica

Gli attivisti della Freedom Flotilla Coalition (FFC) si trovano al centro di una controversia internazionale dopo la recente detenzione di dodici membri a bordo della nave Madleen. Secondo un comunicato stampa dell’Ffc, gli attivisti sostengono di essere stati "rapiti in acque internazionali" e che la loro detenzione da parte di Israele sia "illegale". Questo episodio, di cui è stata data notizia il 10 giugno 2025, ha sollevato un acceso dibattito sul diritto internazionale e sulle modalità di gestione delle attività umanitarie nella regione.

Dopo 24 ore di silenzio, gli avvocati del Centro legale per i diritti delle minoranze arabe in Israele, Adalah, sono stati in grado di incontrare dieci dei dodici attivisti. La FFC ha confermato che quattro dei dodici sono stati deportati, mentre otto rimangono in custodia in Israele. Tra i deportati figura Greta Thunberg, nota attivista ambientale, insieme ad altri tre membri.

I volontari trattenuti sono stati messi di fronte a due opzioni: firmare un documento di consenso per l’espulsione o rimanere in detenzione e affrontare un processo. Secondo la Freedom Flotilla Coalition, tutti gli attivisti hanno contestato l’accusa di ingresso illegale, sostenendo che la loro missione fosse di natura umanitaria.

L’Ffc ha dichiarato: “Israele sta gestendo la custodia di tutti i 12 come se fossero entrati illegalmente, nonostante siano stati rapiti con la forza. Tale trattamento rappresenta una violazione diretta del diritto internazionale.” Gli avvocati della coalizione hanno intenzione di difendere gli attivisti in tribunale, argomentando che le detenzioni sono arbitrarie e che la loro missione deve essere riconosciuta come legittima.

Inoltre, gli attivisti sottolineano che il sistema legale israeliano non garantisce giustizia per coloro che si oppongono all’occupazione. “La corte probabilmente ordinerà la loro espulsione forzata,” afferma il comunicato, evidenziando la mancanza di fiducia nella giustizia del sistema.

La Ffc ha espresso solidarietà agli attivisti mantenuti in detenzione e ha denunciato il loro trattamento come un’ingerenza politica nei diritti umani. “La persecuzione dell’azione umanitaria e il silenziamento della resistenza non avranno successo,” hanno ribadito.

Secondo l’Addameer Prisoner Support and Human Rights Association, oltre 10.400 palestinesi sono attualmente prigionieri nelle carceri israeliane. Di questi, più di 400 sono bambini e oltre 3.500 sono detenuti senza un regolare processo. Questa drammatica situazione ha suscitato ampie preoccupazioni a livello internazionale e ha riportato l’attenzione sulla tutela dei diritti umani nella regione, specialmente in un contesto così complesso e delicato.

La tensione continua a crescere mentre la libertà degli attivisti rimane appesa a un filo, in attesa di sviluppi nel loro processo legale e di reazioni dalla comunità internazionale.