
Garlasco, indagini riaperte: anomalie sulla scena del crimine di Chiara Poggi
BOLOGNA – Un nuovo capitolo si apre nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco. Ieri, un lungo sopralluogo di sette ore ha visto l’impiego di droni, scanner e laser nella villetta di via Pascoli, dove la tragica vicenda si è consumata. L’obiettivo di questo studio è la ricostruzione in 3D dell’abitazione, che permetterà di analizzare nuovamente le macchie di sangue e le altre tracce presenti per fare luce sulla dinamica dell’omicidio.
La rinnovata indagine si fonda su tecnologie notevolmente avanzate rispetto a quelle disponibili nel 2007. Per oltre un anno, i rilievi scientifici sulla scena del crimine erano stati condotti, con particolare attenzione nel dicembre 2007 e nel 2014, durante il processo che portò alla prima condanna di Alberto Stasi.
Secondo le ricostruzioni, l’aggressione a Chiara sarebbe avvenuta in due fasi. Dopo un primo attacco avvenuto in soggiorno, Chiara Poggi sarebbe stata colpita più volte alla testa con un oggetto contundente. Le ipotesi circa l’arma del delitto variano da un martello a un attizzatoio, ma nessuna certezza è mai stata raggiunta.
La seconda parte dell’aggressione sarebbe avvenuta lungo il corridoio, dove la giovane sarebbe stata colpita di nuovo, prima di essere trascinata e infine gettata lungo le scale che portano alla taverna, luogo in cui è stato rinvenuto il corpo.
Tuttavia, restano ancora varie anomalie nella ricostruzione della scena. Recenti articoli sottolineano due aspetti che i Ris dei Carabinieri avevano già evidenziato 18 anni fa. Il primo riguarda tre piccole gocce di sangue davanti al divano, per le quali si parla di "non facile contestualizzazione". Questo potrebbe suggerire che la ragazza fosse stata colpita in una fase iniziale dell’aggressione.
Il secondo aspetto su cui si cercherà maggiore chiarezza è se l’assassino sia realmente sceso le scale. La nuova indagine si concentrerà su una traccia rinvenuta tra il terzo e il quarto gradino delle scale della cantina. Secondo gli esperti, potrebbe trattarsi dell’indizio di un ulteriore colpo alla testa inflitto alla vittima, suggellando cos’ l’ipotesi di un aggressore che potrebbe essere sceso per colpirla un’ultima volta.
Questi recenti sviluppi nel caso continuano a sollevare interrogativi e a riaccendere l’interesse dell’opinione pubblica, nell’auspicio che possano finalmente emergere verità chiarificatrici su uno dei delitti più discussi della cronaca nera italiana.