
Giallo di Villa Pamphili: Identificati madre e figlia, la polizia cerca testimoni
ROMA – Si infittisce il mistero attorno ai due corpi rinvenuti nel parco di Villa Pamphili, rivelando un dramma umano di proporzioni strazianti. L’analisi del DNA ha confermato che i cadaveri appartengono a una madre e alla sua bambina. La scoperta ha profondamente scosso la comunità romana, gettando luce su un tragico destino di vulnerabilità e solitudine.
La donna, inizialmente stimata avere circa quarant’anni, è stata ora rivalutata dai periti, con un’età presunta compresa tra i 20 e i 30 anni. La bambina, invece, aveva circa un anno, ben più dell’ipotetico periodo di vita di 5 mesi precedentemente stimato. L’autopsia ha rivelato la causa della morte della piccola, avvenuta per soffocamento, mentre le cause del decesso della madre non sono ancora completamente chiare, ma si presume siano avvenute diverse ore prima di quello della figlia.
Nonostante le informazioni raccolte, l’identità della donna rimane un mistero. Viveva infatti da alcune settimane nei pressi di Villa Pamphili, in condizioni di indigenza, e spesso era vista in compagnia di un uomo di cui si sono perse le tracce. Gli inquirenti della Procura stanno indagando per duplice omicidio aggravato e continuano a cercare testimonianze che possano illuminare le circostanze di questo tragico evento.
La Polizia di Stato ha avviato una campagna di sensibilizzazione tramite i social media, diffondendo le foto dei tatuaggi della donna nel tentativo di identificarla. È descritta come una giovane di lineamenti caucasici, con capelli chiari, alta 164 cm e dal peso di circa 58 kg. I tatuaggi, un pipistrello sul piede destro, una corona di rose sull’addome, uno scheletro con una tavola da surf e due pappagalli, potrebbero fornire indizi cruciali per il riconoscimento.
L’appello della polizia è chiaro: chiunque possa riconoscere questi tatuaggi è invitato a contattare il 112. Nelle ultime ore, sono giunte alcune segnalazioni, e gli investigatori stanno lavorando attivamente per verificare la veridicità di queste informazioni. La speranza è che, alla fine, questo dramma possa trovare una risposta, facendo luce su una storia silenziosa e dolorosa che merita attenzione e dignità.