Primo suicidio assistito in Toscana | È davvero un atto di civiltà o una scelta controversa?

Primo suicidio assistito in Toscana: è morto lo scrittore Daniele Pieroni

Firenze – Un evento storico per la Toscana si è verificato lo scorso 17 maggio: Daniele Pieroni, noto scrittore affetto da una grave malattia, ha scelto di porre fine alla propria vita attraverso il suicidio assistito. Questo rappresenta il primo caso di morte volontaria assistita nella regione, un fatto che è stato reso possibile dalla recente legge regionale “Liberi Subito” e dalla validazione della Corte Costituzionale con la sentenza ‘Cappato-Antoniani’.

Pieroni, nato nel 1961, viveva da anni con la malattia di Parkinson e una grave disfagia che lo costringeva a sopravvivere tramite una gastrostomia endoscopica per 21 ore al giorno. Nel 2023 ha contattato l’Associazione Luca Coscioni per informazioni su come accedere al suicidio assistito. Dopo aver ricevuto l’approvazione delle autorità competenti, ha confermato la sua volontà di procedere con il gesto.

“Il tutto si è svolto nel pieno rispetto della procedura prevista dalla legge toscana e delle condizioni stabilite dalla Consulta,” ha dichiarato Felicetta Maltese dell’Associazione Coscioni. Nella casa di Pieroni, era presente personale sanitario formato, inclusi due dottoresse e un medico legale, per assisterlo nel suo ultimo atto. “Il personale sanitario ha agito con grande umanità e professionalità.”

Il momento conclusivo è stato documentato: Pieroni ha attivato un dispositivo a doppia pompa infusiva, smettendo di respirare pochi minuti dopo, serenamente.

Un atto di civiltà

L’Associazione Luca Coscioni ha commentato l’accaduto definendo la legge toscana sul fine vita “un atto di civiltà e responsabilità che garantisce tempi certi per l’accesso all’aiuto medico alla morte volontaria.” I vertici dell’Associazione, Filomena Gallo e Marco Cappato, hanno anche denunciato l’impugnazione della legge da parte del governo Meloni, considerata “una scelta ideologica e priva di fondamento giuridico.”

“Troppe persone continuano a soffrire o a emigrare per morire con dignità," hanno affermato, esortando le regioni a garantire la libertà e il rispetto delle volontà delle persone.

Con questo primo caso, la Toscana fa un passo avanti nel dibattito sul diritto all’autodeterminazione e sulla dignità nel fine vita, una questione sempre più centrale nel panorama politico e sociale italiano.