Dna sotto le unghie di Chiara Poggi riapre il caso | È davvero possibile scoprire il colpevole?

Garlasco: Al via l’incidente probatorio per l’omicidio di Chiara Poggi

BOLOGNA – Oggi si apre un capitolo cruciale nelle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. L’incidente probatorio, voluto dal giudice per le indagini preliminari di Pavia, Daniela Garlaschelli, ha come obiettivo principale la valutazione della utilizzabilità del profilo di DNA rinvenuto sotto le unghie della vittima. Questo reperto, in precedenza considerato troppo degradato, potrebbe rivelarsi decisivo in un processo che ha tenuto banco per anni.

La questione del DNA sotto le unghie
Un aspetto centrale dell’incidente probatorio sarà se il DNA di Andrea Sempio, attualmente indagato, sia utilizzabile come prova. Gli esperti dovranno stabilire se il campione possa essere considerato affidabile e se la sua degradazione abbia compromesso la validità dell’analisi. Le nuove tecnologie scientifiche disponibili offriranno un’opportunità per rivedere analisi precedentemente scartate, aumentando le possibilità di chiarire l’entità del coinvolgimento di Sempio nella tragedia.

Il lavoro dei periti e le parti coinvolte
Il processo si svolgerà alla Polizia scientifica di Milano, dove saranno presenti diversi periti, tra cui la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchigiani. Saranno coinvolti anche esperti della Procura e della difesa, tra cui Luciano Garofano, già comandante dei RIS di Parma, e Luigi Bisogno, ex ispettore superiore di Polizia. Questo ampio schieramento di esperti indica l’importanza e la complessità dell’incidente probatorio, che potrà durare molti mesi.

Impronte e prove collaterali
Un altro punto di discussione sarà l’impronta palmare, etichettata come numero 33, rinvenuta sulla parete delle scale non lontano dal corpo di Chiara. La difesa di Sempio contesta non solo l’attribuzione dell’impronta, ma anche l’idea che essa risalga al giorno del delitto. Sarà cruciale determinare se questa impronta contenga tracce di sangue e il modo in cui si è potuta formare.

Rianalisi dei vecchi reperti
In aggiunta agli esami del DNA, il giudice ha ordinato l’analisi di reperti precedentemente trascurati. Si tratta di oggetti rinvenuti nel cestino della vittima, tra cui contenitori di alimenti e possibili tracce biologiche. Le nuove indagini potrebbero rivelare collegamenti con altre persone che frequentavano Chiara, portando a nuove piste da seguire.

Conclusione
Questo incidente probatorio si preannuncia come un momento fondamentale per la comprensione di un caso ancora avvolto nel mistero. Le risposte che emergeranno potrebbero non solo gettare nuova luce sull’omicidio di Chiara Poggi, ma anche influenzare profondamente il corso delle indagini e dei processi futuri. La prossima udienza, per presentare le conclusioni, è fissata per il 24 ottobre, ma i lavori iniziano oggi, segnando così un altro passo nel lungo cammino verso la verità.

In un contesto in cui la memoria di Chiara Poggi continua a vivere nel cuore dei suoi cari e della comunità, ogni sviluppo assume un’importanza cruciale, sperando in un decisivo passo verso la giustizia.