
Iran: Quasi 1500 Morti e 1800 Feriti nei Raid d’Israele
Roma – Gli attacchi aerei condotti da Israele contro l’Iran, a partire dalla notte tra il 12 e il 13 giugno, hanno causato un bilancio tragico: 1.481 morti e 1.800 feriti, secondo le dichiarazioni del ministro della Salute iraniano, Mohammad-Reza Zafarghandi. La notizia, riportata dalla stampa persiana, evidenzia la gravità della situazione e l’intensificarsi delle tensioni nella regione.
In un’ulteriore denuncia, l’ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite, Amir Sa’eed Iravani, ha sottolineato come il governo di Teheran consideri gli Stati Uniti complici di questi attacchi, definiti "palesi atti di aggressione". Iravani ha affermato: "Teheran difenderà fermamente la propria sicurezza e integrità territoriale."
Raid Mirati su Civili e Infrastrutture
A preoccupare ulteriormente le autorità iraniane è la modalità degli attacchi. Israele ha deliberatamente colpito aree densamente popolate e abitate da civili in diverse importanti città iraniane, dove vivono milioni di persone. Queste operazioni sembrano seguire un pattern vistoso di aggressione che ha scatenato forte indignazione tra la popolazione.
Il ministro Zafarghandi ha messo in evidenza un aspetto specifico che solleva interrogativi a livello internazionale: "L’aspetto più preoccupante di questo attacco è che il regime israeliano ha deliberatamente preso di mira un impianto nucleare pacifico che opera sotto la piena tutela dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA)." Una dichiarazione che getta ulteriori ombre sulla legalità degli attacchi e sulla sicurezza globale.
Reazioni Internazionali
Le ripercussioni di questi eventi hanno già iniziato a farsi sentire nel panorama geopolitico. Varie nazioni e organizzazioni internazionali stanno monitorando la situazione, preoccupate per le possibili conseguenze di un ulteriore inasprimento dei conflitti in Medio Oriente.
Conclusioni
La crisi tra Iran e Israele è giunta a un punto critico, con un bilancio di vittime che continua a salire e un clima di crescente tensione. Gli sviluppi futuri saranno cruciali per la stabilità della regione, e il mondo osserva con apprensione le prossime mosse delle autorità.