Articoli che ‘condannano alla pena di morte’? | La Virtus Segafredo sfida la stampa e i giornalisti rispondono

Bufera su Paolo Ronci, dg della Virtus Segafredo Bologna: “Chieda scusa ai giornalisti”

BOLOGNA – Le parole pronunciate dal direttore generale della Virtus Segafredo Bologna, Paolo Ronci, hanno scatenato una polemica che ha rapidamente raggiunto i vertici del mondo giornalistico. All’indomani della vittoria del 17esimo scudetto, durante un’intervista post-partita, Ronci ha criticato la stampa definendo alcuni articoli “da pena di morte” e affermando che simili “processi” rendono difficile mantenere “un ambiente sereno”.

La reazione da parte degli organi di stampa è stata immediata. Paolo Maria Amadasi, presidente dell’Associazione della stampa Emilia-Romagna (Aser), ha stigmatizzato le affermazioni di Ronci: “Ignorare il diritto di cronaca e di critica è inaccettabile”, ha dichiarato, sottolineando come tali diritti siano sanciti dalla legge e fondamentali per la professione giornalistica.

Il contesto delle dichiarazioni di Ronci è da ricondurre alle speculazioni sul futuro della società, in particolare alla transizione di proprietà tra il patron Massimo Zanetti e l’ex socio di minoranza Carlo Gherardi. I recenti sviluppi, che hanno visto la cessione di quote proprio durante le finali playoff, hanno alimentato un clima di incertezze, a cui la stampa ha reagito con articoli critici e analisi.

“Le vittorie dovrebbero portare gioia, mentre a volte rivelano freni inibitori nei ruoli di responsabilitĂ ,” ha commentato Amadasi, evidenziando come il dg avrebbe dovuto adottare un atteggiamento piĂą sobrio e riflessivo. La sua reazione, secondo il presidente dell’Aser, ha utilizzato i festeggiamenti come “pretesto” per colpire i cronisti, accusandoli di scrivere articoli eccessivamente severi.

Amadasi ha quindi richiesto che Ronci “chieda formalmente scusa” non solo ai giornalisti, ma anche a tutti coloro che, in questo momento di festa, si sono sentiti attaccati dalle sue parole. In aggiunta, ha auspicato che la Virtus Segafredo si dissoci dalle dichiarazioni del suo direttore generale, dimostrando rispetto per il lavoro della stampa.

La bufera scatenata dalle parole di Ronci solleva interrogativi importanti sul rapporto tra le istituzioni sportive e i media, un binomio essenziale per la corretta informazione e il sano dibattito pubblico. In un’epoca in cui il diritto di critica è oftentimes minacciato, il caso della Virtus Segafredo rappresenta un campanello d’allarme su cui riflettere.