
Appello Drammatico di un Medico Italiano: “Mia moglie e mio figlio di 18 mesi sotto le bombe, riportateli a casa!”
ROMA – La situazione in Iran sta diventando sempre più critica e in questo contesto emerge un appello disperato di Salvatore Politi, un medico ginecologo di Parma, che si batte per la sicurezza della sua famiglia. "Nessuno mi ha mai contattato per darmi notizie", racconta Salvatore, mostrando la sua frustrazione nei confronti delle istituzioni italiane. Dotato di grande determinazione, ha contattato ripetutamente il numero di crisi della Farnesina senza ottenere risposte concrete.
Il dramma di Salvatore e della sua compagna, di origini iraniane, è iniziato il 13 giugno, quando l’instabilità nella regione ha reso impossibile il loro rientro in Italia. "Il visto per mio figlio è già stato ottenuto, ma per la mia compagna arriverà tra un mese" afferma Salvatore, evidenziando le difficili tempistiche burocratiche che complicano ulteriormente la situazione.
Nel frattempo, la Farnesina starebbe organizzando un pulmino per evacuare gli italiani da Teheran, ma non ci sono garanzie che qualcuno accompagni le famiglie al confine con l’Azerbaigian. La paura di un viaggio che potrebbe trasformarsi in un incubo è palpabile, come dimostra la storia di Raffaele Mauriello, un professore bloccato in Iran che ha dovuto affrontare non poche difficoltà per mettersi in salvo.
Nel frattempo, la compagna di Salvatore e il loro piccolo si trovano in una casa in campagna, ma le risorse stanno rapidamente finendo. "Il latte è finito, stanno esaurendo i pannolini e non ci sono medicine", spiega con grande angoscia. La comunicazione è intermittente a causa dei blackout e dei problemi di rete, rendendo ogni informazione vitale.
"Il pulmino partirebbe venerdì," afferma Salvatore, ma senza certezze riguardo al futuro, i testimoni di questa crisi umanitaria non possono fare altro che aspettare. La sua compagna, laureata in Arti visive e Architettura, era tornata in Iran per motivi burocratici ma si trova ora in una situazione di grave rischio.
"La Farnesina e il ministro devono dire qualcosa. Mio figlio è il più piccolo italiano bloccato a Teheran", conclude Salvatore, un appello accorato che riecheggia come un grido disperato per la salvezza della sua famiglia. La speranza è che il governo italiano possa intervenire e garantire loro un ritorno in sicurezza.