Civili di Teheran sotto attacco | Le veritĂ  scomode che i media non osano raccontare!

La ricercatrice iraniana denuncia: “Civili preda di bombe e fake news”

ROMA – “A Teheran, scuole e universitĂ  sono chiuse e la gente è nel panico”, esordisce Shirin Zakeri, ricercatrice di Storia all’UniversitĂ  Sapienza di Roma. In un’intervista all’agenzia Dire, Zakeri parla della drammatica situazione in Iran, dove i civili stanno subendo gli effetti devastanti di un nuovo fronte di guerra in Medio Oriente, iniziato con attacchi israeliani contro obiettivi nucleari e militari.

Secondo le ultime stime, circa 1.500 persone sono giĂ  morte in Iran, mentre in Israele si conta una trentina di vittime. Zakeri avverte che “Israele non sta risparmiando obiettivi civili”. L’onda d’urto di un missile ha recentemente danneggiato lo studentato dell’UniversitĂ  di Teheran e diversi quartieri di Isfaan e Shiraz sono stati colpiti, così come una stazione della metropolitana a Tabriz. “Attacchi mirati” rivendicati da Tel Aviv sono in realtĂ  sfociate in danni indiscriminati, colpendo anche donne e bambini.

La situazione è resa ancora piĂą critica dall’incapacitĂ  del governo iraniano di supportare i cittadini. “Non tutti hanno i mezzi per spostarsi”, spiega la studiosa. Ci sono persone vulnerabili, come anziani e famiglie con disabilitĂ , che non possono lasciare le loro case. L’unico aiuto proviene dalla solidarietĂ  della societĂ  civile, che sta cercando di organizzarsi per diffondere informazioni su come mettersi in salvo.

In un contesto così caotico, anche la comunicazione risulta compromessa. Zakeri riferisce di blackout di internet e dell’invito delle autoritĂ  a disinstallare applicazioni di messaggistica, accusandole di essere strumenti usati da Israele per localizzare i potenziali obiettivi. “Circolano anche molte fake news”, aggiunge, tra cui false notizie su colpi di Stato o sull’imminente completamento della bomba atomica da parte dell’Iran.

Ma la propaganda non è solo un affare iraniano; Zakeri critica anche il modo in cui i media occidentali raccontano la guerra. “In Italia, molti telegiornali danno l’idea che sia stato l’Iran a colpire per primo. Raramente si parla delle vere ragioni dell’aggressione israeliana”, sostiene. La narrazione distorta che si crea rischia di disumanizzare i civili iraniani, con immagini che non raccontano la loro realtĂ  di dolore e sofferenza.

La frustrazione degli iraniani è profonda, afferma Zakeri. Anche se la Repubblica islamica era finalmente pronta a riprendere i colloqui con gli Stati Uniti, tutto è stato distrutto dall’intervento di Israele e da una politica statunitense in cambiamento. “Soffriamo per i nostri amici e familiari in pericolo e per la distruzione di luoghi cari”, spiega, evidenziando una duplice sofferenza.

Ora, la grande domanda è: “Quando finirà questa guerra?” Con una popolazione di 90 milioni di abitanti, quali paesi, come Turchia o Iraq, saranno in grado di accogliere i rifugiati? La risposta rimane incerta, ma le voci come quelle di Zakeri sono fondamentali per capire una crisi che sta destando preoccupazione a livello globale.