
Netanyahu prega al Muro del Pianto per Trump dopo gli attacchi in Iran
Roma – Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha compiuto un gesto significativo al Muro del Pianto di Gerusalemme, dove, accompagnato dalla moglie Sara, ha pregato per la salute di Donald Trump. Questo evento, avvenuto a seguito dell’operazione militare americana contro i siti nucleari in Iran, evidenzia i legami profondi tra i leader e le rispettive nazioni.
“Chiedo a Dio di benedire, proteggere e aiutare il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump”: con queste parole, Netanyahu ha espresso la sua riconoscenza per le azioni intraprese dagli Stati Uniti, descrivendo il presidente come un campione nella lotta contro “il male e l’oscurità” nel mondo.
In un momento di raccoglimento, il Primo Ministro ha lasciato un biglietto tra le fessure del muro, riportando un messaggio di speranza e determinazione: “Continueremo a compiere prodigi e miracoli per garantire l’eternità di Israele per generazioni. Sono orgoglioso del nostro popolo!” Questo richiamo al futuro inviato al suo popolo sottolinea un forte senso di identità e resilienza.
Il riferimento all’operazione “Leone nascente”, un’operazione dai toni biblici, fa eco all’antica saggezza delle sacre scritture, affermando: “Come un leone, la nazione si solleverà e si ergerà come una leonessa.” Un messaggio che risuona in un periodo di tensione geopolitica, contribuendo a rafforzare il morale della popolazione israeliana.
Alla fine della sua visita, Netanyahu ha lasciato un altro messaggio che rispecchia un forte spirito di rivendicazione: “Il popolo di Israele si è ribellato, il popolo di Israele vive!” Un’affermazione che si intreccia con la narrazione storica della nazione e il suo diritto all’esistenza e alla autodeterminazione.
Il gesto di Netanyahu al Muro del Pianto non è soltanto una preghiera personale, ma un simbolo di alleanza e gratitudine tra Israele e gli Stati Uniti, evidenziando l’importanza dall’unione tra i due paesi in un contesto internazionale sempre più complesso.