
Medio Oriente: Il Cardinale Pizzaballa e la Questione Palestinese
ROMA – In un contesto di crescente tensione e instabilità, il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, lancia un appello a livello globale, sottolineando che “non ci sarà una pace vera fino a quando non si affronterà in maniera seria e radicale la questione palestinese.” Queste parole, pronunciate in un’intervista a Repubblica, riflettono la sua profonda preoccupazione per la situazione attuale nella Striscia di Gaza, dove la vita quotidiana è segnata dalla sofferenza e dalla mancanza di beni fondamentali.
Il Cardinale, che opera in Terra Santa dalla fine degli anni ’90, ha avuto modo di approfondire la complessità del conflitto israeliano-palestinese. “Pace è una parola impegnativa,” afferma Pizzaballa, spiegando che mentre il cessate il fuoco è fondamentale per evitare l’escalation delle tensioni regionali, “la pace richiederà tempi lunghi e sarà molto difficile.” La sua analisi suggerisce che il conflitto non possa essere risolto senza una considerazione adeguata delle dinamiche politiche e sociali sottese alla questione palestinese.
Pizzaballa ha osservato che “il mondo arabo è collegato” da legami che trascendono le barriere nazionali. Questa rete di interconnessioni è cruciale per comprendere l’importanza della questione palestinese, frequentemente messa da parte nei discorsi internazionali. “Purtroppo manca una visione politica”, afferma, evidenziando la difficoltà di affrontare una problematica così intricata.
Inoltre, il Cardinale fa notare come l’attenzione nelle notizie stia giustamente migrando verso il conflitto tra Iran e Israele, ma avverte che “per Gaza si può fare solo una cosa: resistere, ma non in maniera passiva.” Le immagini di quel territorio, segnate dall’umanità dei suoi abitanti, sono un potente richiamo alla solidarietà. “In un contesto in cui c’è la tendenza a deumanizzare l’altro, credo che sia importante il desiderio di solidarietà verso la gente di Gaza,” sottolinea Pizzaballa.
Infine, il Cardinale rivendica il ruolo della Chiesa in questo scenario critico: “Noi, come Chiesa, a parte i pochi aiuti monetari che possiamo dare, abbiamo solo un’arma: la parola.” Questo è un richiamo alla continua necessità di dialogo e di coscienza collettiva, per promuovere una comprensione più profonda delle afflizioni che colpiscono il popolo palestinese.
In un mondo sempre più assuefatto a notizie di conflitto e crisi, “continueremo a parlare, senza vergogna e senza paura,” conclude Pizzaballa, ponendo un imperativo morale a tutti noi affinché la questione palestinese non venga dimenticata, ma affrontata con serietà e determinazione.