
Palermo: Lo Spasimo al centro delle polemiche per l’accesso alle cerimonie civili
Il Complesso monumentale dello Spasimo, uno dei luoghi emblematici di Palermo, sta scatenando un acceso dibattito tra cittadini e amministrazione. Recentemente, la consigliera comunale Mariangela Di Gangi ha sollevato una questione cruciale: perché il prestigioso sito non è accessibile per le celebrazioni di matrimoni e unioni civili per i cittadini comuni, mentre sono stati concessi permessi per eventi privati di alto profilo?
In un’interrogazione presentata oggi, Di Gangi ha messo in luce una situazione che ha sollevato critiche e malcontento. "Lo Spasimo è uno dei luoghi più belli e simbolici della nostra città", ha affermato, sottolineando come l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Lagalla, possa apparire disattenta alle esigenze della comunità.
Di Gangi ha fatto riferimento a due eventi recenti che hanno avuto luogo nel complesso: il matrimonio della principessa di Lussemburgo e l’anniversario di nozze di James Murdoch Jr. Queste celebrazioni, riservate a una ristretta élite, hanno amplificato il senso di esclusione percepito da molti palermitani. "A quanto pare, per persone considerate di ‘serie A’, si trovano il modo e il permesso. Per i palermitani, che evidentemente l’amministrazione considera invece di serie B, nulla da fare", ha dichiarato con toni incisivi la consigliera.
La richiesta di Di Gangi è chiara: lo Spasimo deve appartenere a tutti i cittadini, non solo a eventi esclusivi. "Se può essere concesso, sia concesso. Ma lo sia anche per quelle cittadine e quei cittadini che ogni giorno vivono questa città", ha continuato, esprimendo un desiderio di maggiore equità nell’accesso a spazi pubblici di rilevanza storico-culturale.
Questa dichiarazione si inserisce in un contesto più ampio di rivendicazioni da parte della cittadinanza di Palermo, che chiede un maggiore coinvolgimento nelle decisioni che riguardano il patrimonio collettivo. L’interrogazione di Mariangela Di Gangi rappresenta un importante passo nel richiedere trasparenza e giustizia nell’uso degli spazi pubblici, ponendo interrogativi sul futuro del Complesso dello Spasimo come luogo di incontro e celebrazione per tutti.
Mentre si attende una risposta dall’amministrazione comunale, la discussione è destinata a continuare, coinvolgendo non solo i cittadini di Palermo, ma anche chi ha a cuore la cultura e la storia della città.