
Ranucci alla manifestazione Rai: “La mia casa, ma non mi fido più”
NAPOLI – In un artefice di emozioni contrastanti, Sigfrido Ranucci, noto conduttore di Report, ha preso parte alla manifestazione “Il palinsesto siamo noi”, tenutasi all’esterno del centro di produzione Rai. Qui, ha lanciato un accorato appello a favore della sua squadra, colpita dai recenti tagli operativi da parte dell’azienda.
“Ci hanno tagliato quattro puntate,” ha esordito Ranucci, facendo capire l’impatto concreto di queste scelte sul lavoro dei suoi collaboratori. “Questo significa che a chi non gode di garanzie minime, come alcuni conduttori favoriti dalla politica, verrà ridotto il 14% della retribuzione.” Una notizia dura da digerire, considerato che i tagli si traducono in una perdita per i collaboratori che va dai 5 ai 6mila euro su uno stipendio di 40mila euro.
Ranucci ha poi aggiunto di sentirsi in dovere di chiedere scusa alla sua squadra per non essere riuscito a difenderla da una situazione così critica. “È un impatto importantissimo. Questo lo difenderò fino alla fine.”
A dispetto del suo attaccamento alla Rai, il conduttore ha sottolineato come la sua affezione a quella che considera “la mia casa” stia diminuendo nel tempo. “Devo dire che mi sento sempre meno in casa in questi ultimi tempi per vari motivi,” ha dichiarato, evidenziando il clima teso al suo interno.
Ranucci ha anche rivelato di aver ricevuto offerte per lavorare altrove, ma ha scelto di restare. “Io penso che Report si possa fare esclusivamente in Rai, in un luogo dove mi sono sempre sentito libero di poter lavorare,” ha spiegato, manifestando la sua fede nel progetto malgrado i crescenti dubbi.
Infine, Ranucci ha ricordato come, nel corso degli anni, ha collaborato con diversi direttori della Rai. “Tutti hanno subito pressioni dalla politica, ma nessuno ha mai accettato un ridimensionamento di Report,” un’affermazione che sottolinea la determinazione e le sfide che ha affrontato nel corso della sua carriera.
Con queste parole, Ranucci esprime non solo la sua lotta personale, ma anche quella di tutti i lavoratori della Rai, che si sentono minacciati e invisibili in un panorama televisivo in continua evoluzione. La manifestazione di Napoli ha rappresentato, quindi, un momento cruciale per riflettere sulle sfide future e sull’importanza della libertà di informazione.