
Abusi Nella Guardia di Finanza: Il Suicidio di un’Allieva Scatena una Polemica
ROMA – La tragica morte di Beatrice Belcuore, studentessa della Scuola Marescialli di Firenze, sta facendo sorgere interrogativi inquietanti sulle pratiche interne dell’istituto. Il 22 aprile 2024, a soli un mese dal conseguimento del grado, Beatrice si è tolta la vita nei bagni della scuola. La vicenda è emersa con forza attraverso le parole del suo zio, Davide Belcuore, il quale denuncia una serie di abusi e vessazioni perpetrati nel corso degli anni.
“Lo fanno da decenni: archiviano”, è il grido di Davide, il quale lamenta l’assenza di indagini sull’esposto presentato dal sindacato Unarma, segnalando una severità dell’istituto nel silenziare le problematiche interne. Secondo il familiare, il comportamento della giustizia è stato inadeguato: “Viene respinta la richiesta di riesumazione della salma”, sottolineando una mancanza di trasparenza e di responsabilità.
L’ordinanza emessa dal Tribunale di Firenze il 20 giugno lancia ulteriori ombre sulla gestione della salute mentale degli allievi. Davide sostiene che “viene ribaltata la situazione”: si insiste sull’idea che la famiglia fosse a conoscenza dei problemi di Beatrice, mentre, secondo il suo racconto, “nella scuola ci sono psicologi che devono monitorare questi casi”. La presenza di queste figure professionali, per lui, non giustifica l’accantonamento delle testimonianze di disagio.
Le parole di Beatrice, riportate nell’ordinanza, rivelano un quadro allarmante della sua condizione psicologica: “Basta. Mi sono rotta. Mi sento annullata in tutto”. Davanti a stress e pressioni, la giovane aveva manifestato chiari segnali di malessere, come dimostra l’episodio in cui fu costretta a partecipare a un’adunata nonostante fosse ammalata. “Il padre chiamò la scuola per esprimere la sua preoccupazione, ma fu invitato a non chiamare più”, racconta Davide, evidenziando la mancanza di empatia da parte dell’istituzione.
Inoltre, resteranno senza risposte domande fondamentali. “Come mai, se un carabiniere ha un incidente, interviene l’Arma per garantire la terzietà, mentre qui la scuola fa tutto in casa?”, si interroga Davide, suggerendo un sistema di autocompiacimento che impedisce una reale indagine sui fatti.
La famiglia Belcuore non si arrenderà facilmente e intende proseguire la propria battaglia, rivolgendosi alla Corte di Giustizia europea per far valere i propri diritti. Davide Belcuore ha anche criticato il recente discorso del Generale Comandante della scuola, che ha invitato allievi e personale a dare priorità al proprio “benessere personale”: “Parole stridenti e pittoresche”, secondo lui, quando il contesto parla di sofferenza e silenzi.
Mentre il dolore per la perdita di Beatrice si minghia alla battaglia contro l’inerzia istituzionale, il caso sta attirando l’attenzione di molti, sollevando interrogativi cruciali su come vengono gestiti i problemi di salute mentale all’interno delle forze armate, in particolare in un periodo di crescente attenzione ai diritti e al benessere degli individui. L’auspicio è che questa vicenda possa portare a una riflessione seria e a cambiamenti significativi.