
Indagini sui Fondi dell’Assemblea Regionale Siciliana: Galvagno Sotto i Riflettori
PALERMO – In un clima di crescente tensione politica, il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno, è intervenuto oggi in aula per riferire sulle indagini che lo vedono coinvolto in un’inchiesta per corruzione. Con toni accesi, Galvagno ha affermato: “Dai giornali apprendo ciò che non è neanche nelle mie disponibilità di indagato: ho appreso che la stampa ha più informazioni di me.” Le sue parole giungono mentre l’opinione pubblica e i media seguono con attenzione l’evoluzione dell’indagine.
In apertura della seduta, il presidente ha cercato di mantenere il focus sulla funzionalità dell’Assemblea, sottolineando che “questa Assemblea non è un tribunale e questa seduta non è un processo.” Con queste affermazioni, Galvagno intendeva chiarire che le discussioni in aula dovrebbero rimanere distanti dai percorsi giuridici in corso.
Galvagno ha anche espresso il suo rispetto per il lavoro degli uffici giudiziari, aggiungendo: “La funzione di questo Parlamento non è mai stata messa in funzione di un interesse personale.” Anche se le accuse di corruzione pesano sul suo operato, il presidente ha ribadito la sua intenzione di mantenere un atteggiamento rispettoso e cooperativo.
Un tema centrale del suo intervento è stato quello delle dimissioni, che sono state richieste da diverse parti politiche. Galvagno ha risposto con fermezza, dichiarando: “Non credo possa esserci rispetto di un’istituzione senza rispetto della Costituzione.” Ha sottolineato l’importanza di mantenere la stabilità e il rispetto delle procedure democratiche, affermando che una sua eventuale scelta di dimettersi potrebbe inviare un messaggio sbagliato rispetto all’autorità costituzionale.
In chiusura del suo intervento, Galvagno ha voluto ringraziare il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, per la sua presenza significativa in aula. Questo gesto di riconoscimento può essere interpretato come un tentativo di creare un’alleanza anche in momenti di difficoltà.
La situazione si complica ulteriormente con le dimissioni di Marcella Cannariato, vice presidente della Fondazione Teatro Massimo. La sua decisione di lasciare il Consiglio d’indirizzo è stata comunicata a seguito della sua implicazione nell’inchiesta sugli esborsi dell’ARS. Cannariato ha scelto di lasciare il suo incarico in nome della tutela della Fondazione, che è considerata un’istituzione culturale vitale per la città.
“Apprendo con comprensione la decisione della dottoressa Cannariato e la ringrazio per il lavoro svolto,” ha commentato il sindaco di Palermo e presidente della Fondazione Teatro Massimo, Roberto Lagalla.
Questo scenario complesso e intrigante mette in luce le sfide che la politica siciliana si trova ad affrontare, mentre le indagini proseguono e le richieste di responsabilità aumentano. L’assemblea regionale sembra trovarsi nel mezzo di un cruciale crocevia, con le istituzioni chiamate a rispondere a un’opinione pubblica sempre più esigente.