Strage silenziosa: 37 suicidi in carcere nel 2025 | La vera crisi che nessuno vuole affrontare!

Detenuto suicida a Vasto: Siamo arrivati a 37 vittime nel 2025

ROMA – Un’altra tragedia si è consumata all’interno delle mura del carcere di Vasto. Un detenuto, di origine magrebina e con circa 40 anni, affetto da problemi psichici, è stato trovato impiccato nella sua cella. Questo evento tragico, avvenuto il 6 luglio 2025, segna il 37° suicidio di un detenuto dall’inizio dell’anno. A questo triste conteggio si aggiungono tre operatori, incrementando il senso di allerta per una situazione già drammatica.

Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, ha commentato questo tragico evento definendolo una “strage infinita”. Ha sottolineato che, sebbene il caldo record di questi giorni aggravi la situazione, il problema principale risiede in numerosi problemi atavici che affliggono il sistema penitenziario italiano.

Il carcere di Vasto non è tra i più sovraffollati, ospitando attualmente 103 detenuti e internati in una struttura per la quale il fabbisogno è stimato in 143 agenti, ma solo 69 ne risultano assegnati. De Fazio mette in luce la grave carenza di personale che caratterizza la polizia penitenziaria e fa presente che l’Articolazione per la Tutela della Salute Mentale, dove era assegnato il detenuto suicida, è spesso non presidiata.

In particolare, De Fazio ha evidenziato come le difficoltà organizzative si estendano anche all’area giuridico-pedagogica, dove non è garantita una presenza costante di educatori. “Servono misure immediate per ridurre la densità detentiva”, ha affermato, chiedendo un potenziamento degli organici e interventi ad hoc per affrontare la situazione.

La situazione è gravissima: la polizia penitenziaria è stremata e le forze morali e materiali sono in continua erosione. De Fazio ha invocato una risposta concreta da parte del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e del Capo del DAP, Stefano Carmine de Michele, affinché non ci siano più ulteriori attese e si agisca immediatamente per garantire la salute e la sicurezza dei detenuti e del personale.

Un nuovo suicidio in carcere porta alla luce una realtà difficile da ignorare, con crescenti richieste di intervento da parte di chi lavora nel sistema penale italiano e che è troppo spesso costretto a fare i conti con condizioni inaccettabili.