Trump riarma l’Ucraina | Ma cosa cela davvero questa mossa?

Trump fa e disfa: ora riarma l’Ucraina. “Non sono contento di Putin”

ROMA – Una svolta inattesa nelle relazioni internazionali prende forma grazie a un annuncio di Donald Trump. Gli Stati Uniti stanno per inviare nuove armi all’Ucraina, segnando un cambio di rotta significativo dopo giorni di incertezze e segnali contrastanti che avevano allarmato Kiev e l’Europa intera.

La conferma della decisione è giunta direttamente dal presidente americano durante un briefing alla Casa Bianca, dove ha condiviso la scena con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Dopo una cena nella Sala Blu, Trump ha esposto le sue considerazioni, dichiarando: “Stanno subendo colpi molto, molto duramente” e con un chiaro disappunto ha aggiunto: “Non sono contento di Putin.”

Il Pentagono ha prontamente accolto la linea stabilita dal presidente. In una nota ufficiale, ha comunicato: “Su indicazione del presidente Trump, il Dipartimento della Difesa sta inviando ulteriori armi difensive all’Ucraina per garantire che gli ucraini possano difendersi mentre lavoriamo per garantire una pace duratura e assicurare la cessazione delle uccisioni.”

Dietro questa decisione strategica ci sono stati giorni di pressing da parte di Volodymyr Zelensky e dei partner europei. Il tema era stato affrontato in una telefonata tra i due leader, caratterizzata da toni tutt’altro che distesi. Nel frattempo, la Russia ha continuato imperterrita a bombardare città ucraine, come Mykolaiv, nel sud del paese.

Mosca, da parte sua, ha reagito con l’inevitabile fermezza tipica della sua retorica. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che ci vorrà tempo per “capire” quali armi specifiche gli Stati Uniti stanno inviando. Ha quindi messo in guardia, sostenendo: “È ovvio che queste azioni probabilmente non sono in linea con i tentativi di promuovere una risoluzione pacifica.”

Questa dinamica geopolitica, alimentata dalle azioni di Trump, apre a nuovi scenari e sfide nel conflitto tra Russia e Ucraina, rimettendo in discussione l’equilibrio della regione e il ruolo degli Stati Uniti nel garantire la stabilità.