Gaza: 15 civili uccisi mentre cercavano aiuto | È tempo di fermare l’indifferenza?

A Gaza, donne e bambini uccisi in attesa di aiuto medico. Russell (Unicef): “Siamo sconvolti”

ROMA – Nella Striscia di Gaza, una tragedia ha colpito la comunità oggi, con quindici persone uccise, tra cui nove bambini e quattro donne, in un attacco che ha avuto luogo a Deir al Balah. Le vittime stavano in fila per ricevere aiuti medici e integratori alimentari, un gesto disperato in un contesto di crescente crisi umanitaria. Secondo il ministero della salute locale, nelle ultime 24 ore, almeno 82 palestinesi sono stati uccisi, con 247 feriti a causa degli attacchi israeliani.

Catherine Russell, Direttrice generale dell’Unicef, ha espresso il suo profondo rammarico per l’accaduto: “Siamo sconvolti dalla notizia.” L’assistenza in questione era fornita da Project Hope, un’organizzazione partner dell’Unicef, diretta a famiglie in grave bisogno. Russell ha sottolineato che l’“uccisione di famiglie che cercano di accedere ad aiuti salvavita è inconcepibile.”

Un caso particolarmente straziante è quello di Donia, che ha perso il suo bambino di un anno, Mohammed, nell’attacco. “Nessun genitore dovrebbe affrontare una simile tragedia,” ha dichiarato Russell, mentre descriveva il dolore di Donia, che ora si trova in un letto d’ospedale con gravi ferite, stringendo la scarpa del suo bambino.

Questo episodio tristemente emblematico segna un’escalation nella crisi a Gaza, dove la mancanza di aiuti umanitari ha raggiunto livelli insostenibili. Russell ha avvertito che i bambini sono in grave pericolo, “rischiando di morire di fame mentre cresce il rischio di carestia.” Ha esortato le parti in conflitto a rispettare il diritto internazionale, ricordando che tutte le parti hanno l’obbligo di proteggere i civili e garantire una consegna sicura e senza ostacoli dell’assistenza umanitaria.

L’Unicef ha nuovamente richiesto un cessate il fuoco immediato e duraturo, insieme alla protezione dei civili e degli operatori umanitari. “Cibo e acqua devono raggiungere i bambini in modo sicuro e senza ritardi,” ha esortato.

Nel contesto di tale crisi, un’altra grave preoccupazione è l’emergenza carburante. Per la prima volta in 130 giorni, le Nazioni Unite sono riuscite a far entrare 75.000 litri di carburante nella Striscia. Tuttavia, secondo il portavoce delle Nazioni Unite Stéphane Dujarric, “questo non è sufficiente a coprire nemmeno un giorno di fabbisogno energetico.” Senza un incremento significativo delle forniture, i servizi essenziali sono a rischio di chiusura imminente.

Lo scenario attuale rimane drammatico, con la necessità di azioni immediate per tutelare i diritti e la vita dei civili coinvolti in questo conflitto in corso.