Dazi Usa al 30%: la guerra commerciale che minaccia il Made in Italy | Gli agricoltori avvertono: è tempo di unire le forze!

Dazi: l’appello degli agricoltori italiani all’UE

ROMA – Gli agricoltori italiani lanciato un appello accorato in risposta all’annuncio dei dazi al 30% minacciati dalla nuova amministrazione Trump. Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, ha dichiarato che “la proposta è irricevibile” e ha sollecitato un’azione diplomatica forte per evitare una guerra commerciale con gli Stati Uniti, che potrebbe rivelarsi catastrofica per il settore agroalimentare europeo.

I dazi, se attuati, rappresenterebbero un notevole rischio per l’export italiano, in particolare per prodotti emblematici come Chianti, Prosecco e Pecorino Romano. Fini ha sottolineato l’importanza di un’Europa unita, affinché non si arresti il negoziato e si evitino contraccolpi all’economia agricola.

Un mercato prezioso

L’export agroalimentare verso gli Usa è cresciuto del 158% negli ultimi dieci anni e attualmente gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato mondiale per il cibo e il vino italiani, con un valore di 7,8 miliardi di euro nel 2024. È evidente che l’Italia, leader nell’export agroalimentare all’interno dell’UE, abbia molto da perdere, considerando che gli Usa costituiscono quasi il 12% dell’intero export agroalimentare italiano.

Fini ha inoltre avvertito che i dazi potrebbero portare a danni enormi per le imprese e per i cittadini, aggravando il fenomeno dell’“Italian sounding” e creando spazi di mercato per i competitor, soprattutto per i prodotti maggiormente esposti come i vini e i formaggi.

I prodotti a rischio

Tra i prodotti italiani più a rischio figurano il Pecorino Romano e i vini Dop. Infatti, il Pecorino, prodotto per il 90% in Sardegna, vede il suo export verso gli Stati Uniti coprire il 57% di quello complessivo, che ammonta a quasi 151 milioni di euro. Con l’introduzione di dazi, i produttori americani potrebbero facilmente sostituirlo con formaggi più convenienti.

Anche il settore vinicolo non è al riparo: nel 2024, gli Stati Uniti hanno rappresentato il mercato principale per il vino italiano, con un fatturato di circa 1,9 miliardi di euro. I vini bianchi del Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, ad esempio, sono particolarmente dipendenti dal mercato statunitense, con percentuali di export che variano tra il 27% e il 48%.

La risposta degli agricoltori

In risposta a questa situazione critica, Fini ha indotto a una mobilitazione collettiva. “L’Italia deve essere capofila in Europa nel negoziato con Trump”, ha affermato. “Dobbiamo lavorare per contrastare l’effetto deflagrante dei dazi, tutelando le nostre aziende e salvaguardando i posti di lavoro.”

In un contesto mondiale in cui competitor come l’Argentina e l’Australia sono pronti a fare breccia nel mercato americano, gli agricoltori italiani chiedono urgentemente un intervento coordinato da parte delle istituzioni europee per salvaguardare un patrimonio agroalimentare di inestimabile valore.

Riuscirà l’Europa a tutelare i propri interessi e a mantenere aperti i canali commerciali con gli Stati Uniti? Solo il tempo dirà se l’appello degli agricoltori sarà ascoltato e se il negoziato potrà continuare senza ostacoli.