
L’Unione Europea Non Sospende l’Accordo con Israele: Italia Tra i Contrari
Roma, 15 luglio 2025 – In una decisione che ha suscitato forti polemiche diplomatiche, l’Unione Europea ha scelto di non sospendere l’accordo di associazione con Israele. Durante il Consiglio Affari Esteri tenutosi oggi a Bruxelles, la proposta avanzata dall’Alta rappresentante per la politica estera, Kaja Kallas, di adottare un documento contenente dieci opzioni per azioni contro Israele – tra cui la sospensione dell’accordo stesso – non ha ottenuto il supporto necessario.
Tra le opzioni scartate figurano la sospensione dei pilastri commerciali e di ricerca preferenziali, un embargo sulle armi, sanzioni dirette contro i ministri israeliani, e il divieto di commercio con gli insediamenti israeliani. Questo fallimento nel raggiungere un’unità tra i ministri degli Esteri, che esigeva consenso unanime, ha dimostrato la difficoltà nel trovare una linea comune in merito alla controversa situazione in Medio Oriente.
L’Italia si trova tra i Paesi contrari alla sospensione, evidenziando una posizione che ha destato non poco dibattito in ambito europeo e internazionale. A conclusione del Consiglio, Kallas ha assicurato che l’Unione continuerà a monitorare l’aiuto umanitario in territorio palestinese ogni due settimane, un segnale dell’intenzione di mantenere una certa attenzione sulla crisi in corso.
Lasciando la riunione, il ministro degli Affari esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha espresso ottimismo, affermando con certezza che i 27 ministri non avrebbero sospeso l’accordo. La sua dichiarazione riflette un clima di maggiore sicurezza da parte di Israele, malgrado le crescenti accuse di violazione dei diritti umani.
Kallas ha proposto le dieci opzioni in risposta a un documento di revisione dell’accordo, che ha rivelato violazioni dell’articolo 2, il quale stabilisce il rispetto dei diritti umani come un prerequisito fondamentale per il mantenimento dell’intesa. Le critiche si concentrano sul blocco dell’accesso umanitario a Gaza, attuato a partire dal 2 marzo, e sulle violenze perpetrate nei punti di distribuzione degli aiuti.
Secondo le ultime stime delle Nazioni Unite, oltre 800 palestinesi sono stati uccisi nei pressi di centri di distribuzione privati, una cifra che evidenzia l’emergenza umanitaria che ha scosso la comunità internazionale e che, evidentemente, non ha trovato sufficienti riscontri nelle recenti deliberazioni.
La questione dell’accordo UE-Israele rimane quindi un tema caldo nei dibattiti europei, segnando una netta linea di divisione tra chi chiede azioni concrete e chi preferisce mantenere una posizione di dialogo e cooperazione.