
Il 77% degli italiani utilizza l’intelligenza artificiale, ma solo il 7% ne ha una conoscenza approfondita
Roma, 16 luglio 2025 – Un nuovo rapporto rivela un significativo divario tra l’uso e la comprensione dell’intelligenza artificiale (IA) fra gli italiani. Il 77% degli italiani afferma di utilizzare applicazioni e strumenti di IA, un aumento rispetto al 69% del 2024, ma solo il 7% ha una conoscenza approfondita della materia, lo stesso dato registrato l’anno precedente.
Il Quinto Rapporto Ital Communications-IISFA, presentato al Senato, ha esplorato il rapporto tra gli italiani e l’IA, evidenziando i timori legati alle questioni di sicurezza informatica, privacy e disinformazione. Il 67% degli intervistati è preoccupato per la propria sicurezza informatica, e quasi uno su quattro si dichiara molto inquieto. In questo contesto, solo il 10% si sente in grado di riconoscere i rischi associati all’uso dell’IA.
Un aumento dell’ottimismo
Il rapporto suggerisce, tuttavia, un cambiamento nel clima di opinione: il 21% degli italiani si dice molto ottimista riguardo agli sviluppi futuri dell’IA, rispetto al 16% del 2024. In particolare, il 40% degli utenti dichiara di utilizzare strumenti di IA con maggiore frequenza e la soddisfazione da parte di questi utenti è crescente, con quasi un italiano su cinque che si dichiara molto soddisfatto.
Necessità di formazione
L’interesse per migliorare la propria comprensione dell’IA è in aumento, dal 77% del 2024 all’81% nel 2025. Tuttavia, solo il 27% della popolazione sente l’esigenza di approfondire le proprie conoscenze. L’alfabetizzazione digitale emerge come una necessità cruciale. Roberto Marti, Presidente della Commissione Cultura del Senato, ha sottolineato l’importanza di definire “limiti chiari” e di investire nella formazione continua per poter affrontare le sfide rappresentate dall’IA.
Preoccupazioni sulle fake news e la regolamentazione
Il rapporto ha anche trattato i timori legati alla diffusione delle fake news. Quasi tutti gli intervistati, il 96%, percepiscono criticità nelle fonti di informazione attuali. Allo stesso modo, emerge la necessità di regolamentare l’uso dell’IA e di promuovere un’informazione di qualità .
I politici italiani, come Andrea Paganella e Walter Rizzetto, hanno espresso l’urgenza di un’interazione tra legislatori per affrontare le implicazioni dell’IA. “La politica ha il dovere di intervenire con decisione sul fronte della formazione”, ha affermato Marti, evidenziando il rischio di perdita di posti di lavoro e più ampie sfide occupazionali.
Opportunità e rischi
Domenico Colotta, fondatore di Ital Communications, ha osservato che sebbene l’IA stia diventando parte integrante della vita quotidiana, permangono dubbi su privacy e sicurezza, rendendo urgente incentivare l’alfabetizzazione digitale. La formazione deve iniziare già dalle scuole primarie per evitare che ci sia un divario di competenze e garantire una partecipazione attiva dei cittadini nel nuovo panorama tecnologico.
In conclusione, il rapporto suggerisce che pur essendoci una crescente familiarità con l’IA tra gli italiani, la mancanza di conoscenza approfondita e le preoccupazioni riguardo alla sicurezza e alla privacy devono essere affrontate con urgenza. La sfida per il futuro sarà integrare opportunità e rischi, assicurando un uso responsabile e informato di questa tecnologia trasformativa.