San Siro resta vincolato | Il Tar segna una svolta inaspettata per il futuro dello stadio!

San Siro Vincolato: Il Tar Respinge il Ricorso sul Secondo Anello

MILANO – Un’importante vittoria per Inter e Milan sul fronte della costruzione di un nuovo stadio di proprietà. Il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia ha respinto ieri la richiesta cautelare presentata da comitati, cittadini e associazioni contrari alla vendita e trasformazione dello stadio Meazza, noto anche come San Siro.

L’ordinanza, firmata dalla giudice Concetta Plantamura, afferma che non esiste un danno immediato derivante dalla prevista firma del contratto di vendita. Secondo il Tar, “non evidenzia un pregiudizio irreparabile”, dato che la demolizione dello stadio non potrà avvenire prima del 2030, come attestato dai documenti forniti dal Comune.

I giudici hanno segnalato anche diversi vizi di forma nel ricorso collettivo, sollevando dubbi sulla sua validità e criticando la mancata identificazione dei firmatari dell’istanza, presentata da Luigi Corbani e altri senza specificare i nominativi.

Sul piano meritorio, il Tar ha richiamato un principio fondamentale della giurisprudenza, sostenendo che le valutazioni delle Soprintendenze su beni di interesse culturale possono essere annullate solo se manifestamente illogiche o incoerenti. Per il collegio, “non è implausibile” la decisione della Soprintendenza di far decorrere i 70 anni dalla data del collaudo provvisorio del secondo anello, avvenuto il 10 novembre 1955.

Questa sentenza rappresenta una sconfitta sia tecnica che politica per i comitati ‘Sì Meazza’, ‘Referendum per San Siro’ e le altre sigle ambientaliste e civiche che si sono opposte al piano, cercando di bloccare le delibere relative alla cessione dell’ambito di Grande funzione urbana San Siro.

Tra le delibere impugnate spicca quella di marzo 2025, con la quale il Comune ha avviato una raccolta di manifestazioni d’interesse e convocato una conferenza di servizi preliminare con Milan e Inter come protagonisti.

Per il Tar, pertanto, non ci sono al momento i presupposti per fermare il procedimento. La rotta è ormai tracciata e il futuro dello stadio sembra muoversi verso una direzione ben delineata.