Nuovi marcatori fecali per diagnosticare l’Alzheimer | La scoperta che potrebbe cambiare tutto!

L’Enea brevetta nuovi marcatori per la diagnosi precoce dell’Alzheimer

ROMA – Una svolta nella lotta contro l’Alzheimer potrebbe arrivare da un innovativo approccio non invasivo sviluppato dal Laboratorio di Biotecnologie RED dell’ENEA. La nuova ricerca ha portato alla creazione di biomarcatori fecali che consentono una diagnosi precoce della malattia, contribuendo così a migliorare la gestione della patologia e la qualità della vita dei pazienti.

Questa iniziativa fa parte del Piano Nazionale della Ricerca 2021-2027 e rappresenta un passo avanti significativo nella diagnosi delle malattie neurodegenerative. Ne parla Roberta Vitali, referente del team di ricerca, che sottolinea come la composizione del microbiota intestinale sia strettamente correlata allo sviluppo di patologie come l’Alzheimer. In particolare, stati di disbiosi, ovvero un’alterazione nell’equilibrio della flora batterica intestinale, sono stati associati a un incremento del rischio di sviluppare questa malattia.

L’innovazione consiste nell’analisi delle feci come matrice per lo screening dei biomarcatori. L’ipotesi dei ricercatori è che specifici microRNA e proteine, presenti nei campioni fecali, possano fungere da indicatori della malattia. Questa metodologia potrebbe portare a un test non invasivo e a basso costo, riducendo significativamente l’utilizzo di procedure invasive come il prelievo di liquido cerebrospinale.

I risultati ottenuti finora sono promettenti, poiché le molecole identificate sono state validate in campioni fecali provenienti da pazienti in differenti stadi della malattia, dimostrando come queste risultino modulate nelle varie fasi della patologia.

Vitali conclude affermando che l’analisi di questi biomarcatori potrebbe aprire a metodi diagnostici a lungo termine più accessibili e ripetibili, aumentando l’efficacia delle terapie disponibili e contribuendo significativamente al controllo di questa patologia, che rappresenta un’emergenza socio-sanitaria globale.

Attualmente, circa il 5% degli over 60 in Italia è colpito dall’Alzheimer, che, secondo il Rapporto Mondiale Alzheimer del 2015, affligge oltre 46,8 milioni di persone nel mondo. La lotta contro questa malattia è più viva che mai, e l’innovazione dell’ENEA potrebbe essere un passo determinante verso una diagnosi precoce e una migliore qualità della vita per i pazienti.