
Salvini riceve il premio Italia-Israele: polemiche e reazioni
ROMA – Durante una cerimonia tenutasi presso la Camera dei Deputati, il vicepremier Matteo Salvini ha ricevuto il premio Italia-Israele 2025, suscitando immediate reazioni e polemiche. “Sono onorato. È un premio comodo? No. Troppo facile essere amici quando sei pieno di amici, più difficile restare amici quando altri sentieri si stanno aprendo…”, ha dichiarato Salvini, sottolineando la sua posizione a favore di Israele in un contesto internazionale complesso.
Il premio è stato conferito dall’ambasciatore israeliano a Roma, Jonathan Peled, che ha elogiato il vicepremier per il “coraggio di assumere pubblicamente delle posizioni coraggiose e di rottura”. Salvini ha ribadito che non si possono comparare “una realtà democratica e una terroristica” e ha attribuito la responsabilità del conflitto a Hamas, affermando che il cessate il fuoco è possibile solo con la restituzione degli ostaggi.
Tuttavia, il riconoscimento ha scatenato feroci critiche da parte dell’opposizione. Angelo Bonelli, deputato di Europa Verde, ha descritto la premiazione come “oscena”, affermando: “Uno Stato che uccide bambini, bombarda campi profughi e distrugge ospedali assegna un premio al vicepremier Salvini. È un insulto alla verità e ai diritti umani”. Bonelli ha accusato il governo italiano di essere complice di un’escalation militare condannata anche dall’ONU, sottolineando che, mentre si svolgeva la premiazione, i carri armati israeliani stavano attaccando gli sfollati palestinesi.
Riccardo Ricciardi, capogruppo M5S alla Camera, ha chiesto chiarimenti al governo riguardo alla posizione di Salvini al premio Italia-Israele. “Chi si macchia quotidianamente di crimini insopportabili e affama i bambini”, ha detto, “non dovrebbe essere celebrato”. Ricciardi ha invitato il governo a considerare sanzioni contro Israele, evidenziando l’urgenza di condannare le violazioni dei diritti umani in corso.
La premiazione di Salvini ha dunque aperto un ampio dibattito sulle posizioni del governo italiano rispetto al conflitto israelo-palestinese. In un momento in cui la comunità internazionale è sempre più attenta a questi temi, il riconoscimento al vicepremier rappresenta un punto di frizione tra le diverse forze politiche italiane e le normative sui diritti umani globali.
La cerimonia, quindi, non è stata solo un riconoscimento simbolico, ma ha sollevato interrogativi profondi sulla direzione della politica estera dell’Italia e sul ruolo del governo nella crisi attuale.