
L’estate dell’over-tourism italiano: 36 milioni in viaggio per un giro d’affari di 41 miliardi di euro
In un’estate che segna una ripresa significativa per il settore turistico italiano, sono 36,1 milioni gli italiani pronti a partire, generando un giro d’affari di 41,3 miliardi di euro. Questi dati, provenienti da un’indagine condotta da Tecnè per Federalberghi, evidenziano un trend di crescita del 1,7% rispetto all’anno scorso, segnalando un cambiamento radicale nelle preferenze e nei comportamenti dei viaggiatori.
A spiccare in questa estate 2025 è il nuovo profilo del turista, che ora favorisce un’esperienza più familiare. Infatti, si assiste a un incremento nel numero di bambini in viaggio, mentre gli adulti si spostano in misura ridotta. La “stagione alta” si allunga da giugno a settembre, riducendo il tradizionale picco di agosto e favorendo partenze nei mesi meno affollati. Questo porta a una destagionalizzazione naturale, che diversifica ulteriormente la domanda turistica.
Piuttosto che prolungare la durata delle vacanze, gli italiani scelgono di effettuare più viaggi, accorciando il soggiorno medio da 10,3 a 10 giorni. Questa strategia indica un cambiamento di mentalità, con il turista che preferisce frammentare il tempo libero e concentrarsi maggiormente sul proprio benessere. Il risultato è un turismo più sostenibile e accessibile, in grado di rafforzare l’occupazione durante tutto l’anno, come sottolinea il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca.
Le destinazioni preferite? Principalmente quelle balneari, ma con un crescente interesse verso luoghi naturalistici meno affollati. Ciò riflette un’accresciuta sensibilità verso l’ambiente e un desiderio di tranquillità. Nonostante la preferenza per l’Italia, che rimane regina del turismo con l’88% delle scelte, il 12% dei viaggiatori italiani si dirige comunque all’estero, cercando ancora una volta il mare.
“Agosto perde centralità”, afferma Bocca, “mentre crescono giugno e settembre.” Questo cambiamento non solo offre opportunità economiche, ma invita anche i turisti a cercare esperienze memorabili piuttosto che semplici pernottamenti. “La spesa turistica si distribuisce ora su tutta la filiera, dalla ristorazione alla cultura, dal benessere all’artigianato,” spiega il presidente degli albergatori italiani.
Tuttavia, emergono segni preoccupanti: una porzione di italiani non andrà in vacanza a causa di motivi economici, un dato che richiede attenzione e azioni concrete per rendere il turismo più accessibile a tutti. Come afferma Bocca, “dobbiamo lavorare per un turismo capace di offrire benevolenza e opportunità a tutte le fasce della popolazione.”
In conclusione, l’estate 2025 si presenta quindi come un momento di trasformazione strutturale per il turismo italiano, con nuovi trend e preferenze che promettono di ridefinire il panorama vacanziero nel prossimo futuro.