Gaza, Netanyahu valuta strategie incredibili per liberare ostaggi | Ma saranno davvero efficaci o solo politiche di facciata?

Gaza, Israele e Stati Uniti alla ricerca di “altre opzioni” per liberare gli ostaggi

25 luglio 2025 – Mentre la situazione nella Striscia di Gaza continua a deteriorarsi, con i residenti che soffrono la fame, Israele e Stati Uniti stanno esaminando alternative per riportare a casa gli ostaggi, attualmente in mano a Hamas. L’inviato speciale per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha confermato che si sta procedendo a valutare nuove strategie, mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che “Hamas rappresenta l’ostacolo principale a un accordo”.

Hamas risponde alle critiche

Hamas ha espresso “surpresa” di fronte alle recenti critiche mosse da Witkoff, le quali suggeriscono una mancanza di buona fede nei negoziati. Nonostante la tensione, il gruppo politico-militare ha ribadito la disponibilità a continuare il dialogo, a seguito della loro controproposta definita “costruttiva e positiva”. I colloqui tra Hamas e le delegazioni israeliane e statunitensi potrebbero riprendere la prossima settimana a Doha, dopo che i rappresentanti israeliani avevano lasciato la capitale qatariota insoddisfatti delle ultime posizioni del movimento di resistenza.

La crisi umanitaria continua

Nel frattempo, la crisi umanitaria in Gaza si aggrava, con testimonianze che riferiscono della mancanza di cibo, acqua e medicine a causa del blocco degli aiuti umanitari. Arianna Martini, presidente della ONG Support and Sustain Children, ha affermato: “A Gaza non c’è modo di fare più nulla di strutturato”, a causa delle difficoltà nell’ottenere permessi di ingresso per gli operatori umanitari. Di conseguenza, le famiglie palestinesi si ritrovano a dover utilizzare alimenti avariati o a pagare cifre esorbitanti per beni essenziali.

Dai rapporti emerge che almeno 115 persone sono morte a causa della malnutrizione, mentre i media locali hanno confermato la recente scomparsa del giovane Abdul Qader Al-Fayoumi, afflitto dalla fame. La situazione rimane critica, mentre Israele continua a escludere le agenzie ONU dalla distribuzione degli aiuti.

Arresto del gran mufti di Gerusalemme

In un ulteriore sviluppo, il gran mufti di Gerusalemme, sheikh Mohammad Ahmad Hussein, è stato arrestato dalle forze israeliane. Il religioso, che si era spesso opposto alle azioni di Tel Aviv nella Striscia di Gaza, è stato fermato appena prima dell’inizio del venerdì di preghiera, in un gesto che ha suscitato indignazione tra la comunità musulmana palestinese.

Reazioni internazionali

Mentre la situazione in Palestina si complica, la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione. Critiche aperte sono arrivate anche da Canada e Australia, i cui leaders hanno accusato Israele di aver bloccato aiuti necessari e di violare diritti umani fondamentali. Il primo ministro canadese ha sottolineato l’incapacità di Israele di prevenire il disastro umanitario in corso, mentre il leader australiano ha descritto le attuali circostanze come “indifendibili e inaccettabili”.

Con la complessità della situazione che cresce giorno dopo giorno, il destino degli ostaggi e la crisi umanitaria in Gaza rimangono punti centrali di discussione e preoccupazione nella comunità internazionale. Mentre si ascoltano le voci di chi cerca la pace, il cammino verso una soluzione duratura appare ancora lungo e irto di ostacoli.