
Garlasco: La Difesa di Stasi Sostiene Che l’Impronta 33 Appartenga a Sempio
BOLOGNA – Un nuovo sviluppo nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi ha preso forma con il deposito di una consulenza da parte della difesa di Alberto Stasi. Secondo i consulenti, l’impronta 33 rinvenuta sulle scale vicino al cadavere della giovane appartiene ad Andrea Sempio ed è intrisa di sangue e sudore. Questo elemento, che potrebbe rivelarsi cruciale, si distacca dall’idea di una semplice traccia lasciata da un leggero sfioramento, suggerendo invece un contatto più intenso, simile a quello di una persona che si appoggia con tutto il peso al muro.
La notizia è stata divulgata dal Tg1 nel pomeriggio di oggi, con dettagli che aprono nuovi scenari nella già complessa vicenda legale. Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio di Chiara Poggi, si affida ora a questa consulenza per tentare di ribaltare le conclusioni raggiunte dalle indagini iniziali.
“Un contatto palmare intenso di chi appoggia tutto il proprio peso”: queste le parole utilizzate dai consulenti, Oscar Ghizzoni, Pasquale Linarello e Ugo Ricci, per descrivere la natura dell’impronta. Secondo la difesa, l’appoggio analizzato non sarebbe compatibile con una normale discesa lungo le scale.
La Reazione della Difesa di Sempio
L’impronta 33, scoperta nel 2007 durante le prime indagini, ha riacceso l’attenzione pubblica. La difesa di Sempio ha definito la consulenza della Procura “una consulenza di parte”, sostenendo che non vi siano prove certe. L’avvocata Angela Taccia, insieme al collega Massimo Lovati, si è mostrata fiduciosa: “Nessun timore; prima o poi, la verità su Andrea Sempio verrà a galla”.
La Scientificità della Consulenza
Per valutare l’originalità dell’impronta, i periti di Stasi hanno condotto studi sperimentali sul muro incriminato, utilizzando la ninidrina, una sostanza chimica specifica per il rilevamento delle impronte digitali. Sebbene l’impronta 33 non esista più fisicamente – essendo stata rimossa assieme al pezzo di intonaco – le analisi sulle fotografie disponibili hanno portato potenzialmente a conclusioni significative.
La Procura, tuttavia, ha manifestato riserve in merito alla possibilità di condurre accertamenti biologici sull’impronta, constatando l’impossibilità di procedere in tal senso.
Sfide Legali e Prospettive Future
Con le famiglie coinvolte che continuano a richiedere ulteriori verifiche e analisi del DNA, la situazione rimane in bilico. La Procura ha richiesto che l’impronta non venga ammessa all’incidente probatorio, sottolineando che gli accertamenti richiesti non sono praticabili.
Mentre la controversia sull’identità dell’impronta continua a essere al centro del dibattito legale, ci si interroga su come questi nuovi dati influenzeranno il futuro di Alberto Stasi e Andrea Sempio. La verità su questo caso rimane ancora da scoprire, in un intricato gioco di prove e testimonianze che tiene l’Italia con il fiato sospeso.