
Un diritto per tutti: la sentenza del Tribunale di Bologna sulle case popolari per stranieri
BOLOGNA – Una svolta importante nelle politiche di accesso all’abitazione pubblica è avvenuta con la recente sentenza del Tribunale di Bologna, che ha stabilito che anche i lavoratori stranieri senza occupazione hanno diritto all’accesso agli alloggi di Edilizia residenziale pubblica (Erp). Questa decisione si fonda sulla necessità di eliminare le discriminazioni attuate nei confronti degli stranieri, in un contesto in cui la crisi economica ha colpito duramente numerose fasce della popolazione.
La questione è emersa quando un lavoratore extracomunitario, disoccupato al momento della richiesta di alloggio, è stato escluso dalla graduatoria dedicata all’Erp. Il Tribunale ha ritenuto tale esclusione “discriminatoria”, richiamando il principio di parità sancito dalla Direttiva 2011/98/UE, che garantisce a tutti i titolari di permesso unico lo stesso diritto di accesso.
“Basta requisiti discriminatori per gli stranieri”: così ha commentato l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), evidenziando come questa vittoria possa rappresentare un punto di partenza per modificare la legge regionale 24/2001, che attualmente continua a perpetuare le disparità tra cittadini italiani e lavoratori stranieri.
L’Asgi ha precisato che la decisione del Tribunale non si limita al caso del ricorrente, ma ha “ripristinato il principio di parità per tutte le persone straniere” che richiederanno l’accesso agli alloggi pubblici in futuro. Questo significa che i bandi per l’assegnazione di alloggi non potranno più includere il requisito della dimostrazione di un’attività lavorativa in corso, un requisito che aveva limitato profondamente le opportunità per molti cittadini stranieri.
In particolare, il Tribunale ha ordinato ad Acer e al Comune di Bologna di “astenersi dall’inserire e comunque di escludere” tali requisiti discriminatori nei prossimi bandi. Questo intervento rappresenta un passo significativo verso un sistema più inclusivo, in cui il diritto alla casa non è subordinato alla condizione lavorativa.
In conclusione, la sentenza del Tribunale di Bologna si configura come una vittoria per i diritti umani e l’uguaglianza sociale. “I bandi Erp in corso e quelli futuri non potranno più contenere la condizione discriminatoria”, afferma l’Asgi, rimarcando che l’accesso all’abitazione è un diritto fondamentale che non può essere negato in base alla nazionalità o alla situazione lavorativa. Con questa decisione, si avvia un percorso di maggior equità e giustizia sociale che potrebbe influenzare positivamente le politiche abitative in tutta Italia.