Global Sumud Flotilla: La mobilitazione che potrebbe cambiare tutto | Perché molti la considerano una follia rischiosa?

Global Sumud Flotilla: un’iniziativa per rompere l’assedio di Gaza

Roma – La Global Sumud Flotilla (Gsf) si prepara a partire con un obiettivo ambizioso: rompere l’assedio che Israele impone sulla Striscia di Gaza. L’iniziativa, che ha giĂ  ottenuto il sostegno di partecipanti da 44 Paesi, punta a raggiungere le acque di Gaza con un convoglio di imbarcazioni civili cariche di aiuti umanitari, medicinali e giocattoli.

Cecilia Canazza, portavoce della Gsf in Italia, ha dichiarato: “Finora hanno aderito persone da 44 Paesi. Ancora non sappiamo quante barche partiranno esattamente, ma gli equipaggi saranno misti.” Grazie al supporto dell’opinione pubblica e di varie personalità di spicco, la Gsf sta acquistando numerose imbarcazioni civili, segnando un passo storico in questa mobilitazione.

Tra i sostenitori della Flotilla troviamo figure di grande rilievo, come l’attrice premio Oscar Susan Sarandon, il celebre attore Liam Cunningham di Game of Thrones, e Nkosi Zwelivelile Mandela, nipote del leggendario leader sudafricano Nelson Mandela. Anche Greta Thunberg, attivista per la giustizia climatica, ha recentemente annunciato la sua partecipazione, contribuendo a lanciare un messaggio di solidarietà globale.

Cecilia Canazza ha chiarito che l’obiettivo della Flotilla è duplice: “Non solo porre fine all’assedio su Gaza, ma anche dimostrare ai nostri governi che dai cittadini c’è una richiesta vastissima di intervenire affinché Israele ponga fine al genocidio e all’affamamento di Gaza.” La coalizione prevede di salpare in due momenti distinti: il 31 agosto da Barcellona e il 4 settembre da Tunisi.

La missione della Gsf non si discosta dalle iniziative precedenti, ma ha un’importanza particolare. “E’ la prima volta che così tante imbarcazioni convergeranno verso Gaza”, ha affermato Canazza, sottolineando l’importanza di una campagna di advocacy per ottenere un sostegno ancora maggiore da personaggi influenti. Tuttavia, il rischio di affrontare un eventuale abbordaggio da parte delle autoritĂ  israeliane rimane elevato, portando a una seria riflessione sulla sicurezza degli equipaggi e sull’obiettivo della missione.

La storia della Freedom Flotilla del 2010, che portò a tragici eventi culminati con l’uccisione di nove membri dell’equipaggio, continua a essere una ferita aperta. Con questo in mente, la Gsf si prepara a seguire in modo nonviolento il percorso verso Gaza, ma con la consapevolezza delle sfide storiche e attuali che essa comporta.

L’appello della Global Sumud Flotilla è chiaro: la pace e la giustizia per il popolo di Gaza non solo sono necessarie, ma richiedono l’azione collettiva e la mobilitazione di una comunitĂ  globale in erba. Resta da vedere come si svilupperĂ  la situazione e quale impatto avrĂ  questa iniziativa sulle dinamiche geopolitiche della regione.