San Francesco potrebbe tornare come festa nazionale | Ma gli italiani sono pronti a unire tradizioni?

La proposta di reintrodurre San Francesco come festa nazionale: un’occasione per tutti

BOLOGNA – Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Bologna, si è espresso favorevolmente sulla proposta di legge in discussione in Parlamento riguardante la reintroduzione di San Francesco come festa nazionale. Durante un’importante dichiarazione rilasciata il 19 settembre 2025, ha sottolineato che “sarebbe un’ottima occasione per fermarsi e anche riascoltarlo di nuovo”.

Zuppi ha riflettuto su come, da bambino, la celebrazione di questa festività fosse particolarmente significativa. “Quando ero piccolo era eccezionale – ricorda sorridendo – anche perché appena cominciavi a scuola tornavi in vacanza”. Il cardinale ha riconosciuto che le festività soppresse, tra cui quella di San Francesco, avevano creato malumori, ma si è detto fiducioso in un rinnovato interesse per una figura che è emblematica dell’umanesimo italiano.

San Francesco e il suo messaggio attuale

È chiaro che una figura come quella di San Francesco, che al di là della fede e delle convinzioni ciascuno, è così espressiva dell’umanesimo italiano”, ha continuato Zuppi. L’anno prossimo segnerà l’ottavo centenario della morte del santo, un evento che porterà ulteriormente l’attenzione sulla sua figura significativa. “San Francesco ha profondamente segnato il carattere del nostro Paese, al di là della fede”, ha aggiunto il cardinale.

A Bologna, la data della festività, il 4 ottobre, coincide però con la celebrazione di San Petronio, patrono della città. Zuppi ha scherzosamente dichiarato: “Adesso parlerò con San Petronio. A Bologna forse faremo, non so, la mattina uno e al pomeriggio l’altro. Comunque i due vanno d’accordo, quindi ci metteremo d’accordo con loro”.

Un richiamo all’umanità e alla pace

Il messaggio di San Francesco, secondo Zuppi, è più attuale che mai, specialmente in un periodo in cui il mondo affronta conflitti e divisioni. “Dovremmo fare come lui, che scriveva ai capi delle nazioni, ai re e chiedeva di fermarsi”, ha affermato, sottolineando come il santo disarmato abbia cercato di combattere l’odio e l’indulgenza.

Il cardinale ha anche toccato il delicato tema della guerra, richiamando la sua recente visita a famiglie ucraine in difficoltà. “Anche cose piccole aiutano a combattere la guerra. Anche togliere un po’ di sofferenza ci fa essere artigiani di pace”, ha detto Zuppi, invitando ognuno a “prendersi la responsabilità e imparare a fare anche delle cose piccole per aiutare”.

La reintroduzione della festa di San Francesco come festività nazionale, quindi, non rappresenterebbe solo un atto simbolico, ma anche un potente richiamo a valori di pace e unità per tutta la comunità. Come ha ben detto Zuppi, “dobbiamo imparare a vivere come il Vangelo, che è gioia, fraternità, amore per i poveri”. Un messaggio che, proprio in questo momento storico, risuona con particolare forza.