Sit-in a Montecitorio | La battaglia per la Palestina potrebbe cambiare tutto!

Sit-in pro Palestina a Montecitorio: “Presto un nuovo sciopero, blocchiamo tutto”

ROMA – Diverse centinaia di persone hanno preso parte a un sit-in davanti al Palazzo della Camera, in segno di solidarietà con la Palestina e in risposta agli ultimi attacchi alle barche della Global Sumud Flotilla. L’evento, che ha unito diverse associazioni e partiti, si è svolto nella giornata di ieri e ha visto una forte partecipazione di cittadini e rappresentanti politici.

Tra i gruppi presenti, oltre ai membri di Liberi cittadini per la Palestina e Emergency, si sono distinti i vessilli di Cambiare Rotta, Osa, e della Rete degli studenti medi, insieme ai simboli di Alleanza Verdi-Sinistra e Movimento Cinque Stelle. Molti parlamentari del centrosinistra, tra cui esponenti di Pd e M5S, hanno partecipato per esprimere il loro sostegno alla causa.

“Noi siamo solo strumenti di una battaglia più grande dell’umanità”, ha affermato Giorgina Levi, portavoce della Global Sumud Flotilla per la regione di Roma e Lazio, utilizzando un megafono per comunicare il messaggio di unità e resistenza. Secondo Levi, la vicinanza con il popolo palestinese è cruciale e rappresenta un diritto fondamentale per un futuro di pace e dignità.

Durante il sit-in, il coordinamento delle associazioni ha lanciato un doppio annuncio: l’avvio di una mobilitazione permanente e l’intenzione, da parte della Usb, di organizzare un nuovo sciopero generale. La richiesta di fermare tutto è stata accolta con entusiasmo dai manifestanti, che hanno gridato “Blocchiamo tutto” in maniera collettiva.

Levi ha sottolineato che “lo scontro è molto più alto di quanto pensavamo”, invitando le organizzazioni internazionali, la società civile e le istituzioni democratiche a schierarsi al fianco di chi lotta contro l’occupazione. “L’isolamento dell’economia di guerra israeliana è compito degli Stati, che scelgono la vita contro l’orrore”, ha concluso, confermando la determinazione dei manifestanti a continuare la loro battaglia.

Il sit-in di ieri, dunque, non è solo una manifestazione di protesta, ma un simbolo di unità nella lotta per i diritti umani, con l’ambizione di portare l’attenzione su una questione che continua a essere al centro del dibattito internazionale.