
Zelensky all’Onu: “Solo le armi decidono chi sopravvive”
ROMA – In un intervento incisivo presso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sottolineato che le armi, e non il diritto internazionale, sono il principale fattore determinante della sopravvivenza in un contesto di aggressione. “Non il diritto internazionale, non i comunicati stampa, ma le armi decidono chi sopravvive”, ha dichiarato Zelensky, accendendo un dibattito cruciale sulla reale efficacia delle istituzioni globali.
Le parole del leader ucraino sono arrivate dopo un appoggio inatteso da parte di Donald Trump, evidenziando un fronte diplomatico sempre più complesso. Zelensky ha criticato aspramente le organi internazionali, affermando che “nessuna singola organizzazione internazionale è stata capace di fermare davvero un’aggressione”, citando situazioni critiche in luoghi come Palestina, Somalia e Sudan.
La guerra in Ucraina continua a mietere vittime e a generare crisi umanitarie. Mentre la Russia intensifica i bombardamenti e le violazioni dei diritti umani, Kiev si trova costretta a scavare rifugi sotterranei per proteggere i propri cittadini. Zelensky ha descritto questo scenario come una distopia bellica che si sta trasformando nella quotidianità della sua nazione.
Il presidente ha lanciato un appello chiaro agli alleati: “Fermare Putin oggi costa meno che blindare ogni porto domani.” L’Ucraina, secondo Zelensky, rappresenta solo l’inizio di una serie di minacce che potrebbe coinvolgere altri Stati europei come Moldavia e Georgia.
Inoltre, Zelensky non ha risparmiato critiche ai partner commerciali della Russia, avvertendo che continuare a comprare gas e petrolio significa finanziare l’aggressione. “Dipende da voi se volete contribuire alla pace o alla guerra. Non restate in silenzio”, ha esortato, mettendo in guardia contro la corsa agli armamenti più pericolosa della storia.
Infine, il presidente ucraino ha insistito sulla necessità di costruire garanzie di sicurezza reali, avvertendo che senza misure concrete, “nessun angolo del pianeta sarà più al sicuro”. La sua posizione riflette un allarme crescente verso le minacce geopolitiche attuali, invitando la comunità internazionale a prendere coscienza e agire prima che sia troppo tardi.