Una bara bianca e un amore spezzato | Perché la storia di Pamela Genini deve farci riflettere sul femminicidio!

Lutto e Riflessione: L’Ultimo Saluto a Pamela Genini

Bergamo – Questa mattina, la comunitĂ  di Strozza si è unita per dare l’ultimo saluto a Pamela Genini, la giovane di 29 anni tragicamente uccisa dal compagno a Milano dieci giorni fa. Un momento carico di emozione, celebrato nella chiesa di Sant’Andrea, dove la bara bianca ornata di rose rosse ha fatto il suo ingresso avvolta dalle melodie de “L’ultimo dei Mohicani”.

Il parroco, don Luigi Carminati, ha ricordato Pamela come un “raggiò di sole” nei cuori di chi l’ha conosciuta, sottolineando che la sua vita è stata segnata dal dolore. Durante l’omelia, ha descritto le “spaccature” e le difficoltĂ  che l’hanno accompagnata, inclusa la sofferenza per l’incidente sul lavoro che aveva reso il padre infermo quando lei era ancora un bambino. “La tua storia, Pamela, è segnata da tante e profonde spaccature,” ha affermato Carminati, cercando di portare un messaggio di conforto alla famiglia e agli amici.

Tra i partecipanti c’era anche la madre di Pamela, Una Smirnova, insieme ai suoi fratelli e al compagno della giovane, in un’unione di dolore e ricordo. Molte amiche di Pamela hanno affollato le prime file, tra cui Elisa Bartolotti e Nicole Limonta, le cui testimonianze hanno acceso i riflettori sulla difficile realtĂ  di violenze domestiche spesso invisibili.

Le Parole di un’Amica: Un Dolore Inespresso

Elisa, visibilmente toccata, ha parlato con i giornalisti prima della cerimonia, raccontando di un incontro con Pamela avvenuto poche ore prima dell’assassinio, quando la giovane esprimeva il desiderio di trasferirsi a Lugano per iniziare una nuova vita. “Le piaceva il bianco, era piena di vita, solare e dolcissima,” ha ricordato, manifestando la sua incredulitĂ  per la violenza che ha spezzato una esistenza così promettente.

Nicole Limonta, un’altra amica presente, ha rivelato che un anno fa aveva accompagnato Pamela in ospedale dopo un episodio di violenza. “Non ho mai visto nessun segno su di lei, un livido,” ha dichiarato, aggiungendo parole di sconforto: “Forse potevo fare qualcosa, ma lei non mi ha mai detto niente.” Le sue lacrime raccontano di un’amore straziante e di una realtĂ  in cui il silenzio ha un peso enorme.

Un Rinquorimento alla Lotta contro la Violenza

Durante la cerimonia, don Carminati ha criticato il pensiero di chi considera la donna come un oggetto, richiamando la necessità di un cambio culturale. “L’amore è esserci anche quando non possiamo fare niente,” ha sottolineato, esprimendo un appello alla comunità affinché non si ignori il problema della violenza di genere.

La celebrazione è terminata con un’ondata di applausi mentre il feretro veniva accompagnato verso il cimitero, tra le note dell’organo che suonavano “Nothing Compares 2 U” di Sinead O’Connor.

La Panchina Rossa: Un Simbolo di Speranza

Accanto alla chiesa, una panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, è diventata un luogo di raccolta per la comunità. In questi giorni, molti hanno portato fiori e dediche, onorando la memoria di Pamela e rinnovando l’impegno nella lotta contro la violenza. “Non è giusto che abbia tolto una vita,” ha concluso Nicole, con la speranza che questo tragico fatto possa sollevare una spinta collettiva necessaria per affrontare il tema della violenza contro le donne.

Concludendo una giornata di dolore e riflessione, la comunitĂ  di Strozza non dimenticherĂ  la luce di Pamela, che ha toccato le vite di molti nel suo breve cammino.