La moglie di Sangiuliano diffida Report: “L’audio è stato acquisito illecitamente”
ROMA – Federica Corsini, giornalista Rai e consorte dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano, è tornata a far parlare di sé dopo che la trasmissione Report ha diffuso un audio di una conversazione privata tra lei e il marito. Questo evento, che ha acceso una nuova ondata di attenzione mediatica sul già controverso caso Boccia, ha portato Corsini a intervenire personalmente per difendere la propria onorabilità e privacy.
“Ritengo necessario intervenire per tutelare la verità storica e giuridica di questa vicenda”, ha dichiarato Corsini, sottolineando come la diffusione dell’audio non soltanto ha esposto la sua vita privata ma ha anche aggravato la situazione del marito, già sotto i riflettori per altre ragioni politiche. Corsini ha espresso la propria indignazione nell’ambito di un comunicato stampa, chiarendo che l’audio non contiene informazioni di pubblico interesse, ma si limita a trattare elementi personali e emotivi.
In un post sui social, Report ha riferito di aver ricevuto una diffida ufficiale da parte di Corsini, la quale ha già avvisato la RAI e la trasmissione il 8 dicembre 2024, richiedendo di non trasmettere l’audio per evitare ulteriori mortificazioni personali. Corsini ha enfatizzato che, contrariamente a quanto avvenuto con un altro giornalista che rifiutò di pubblicarli, Report ha scelto di procedere con la diffusione, pur essendo a conoscenza della provenienza illecita della registrazione.
“L’audio non apporta elementi informativi rilevanti”, ha ribadito Corsini, aggiungendo che tali divulgazioni contribuiscono a distorcere la narrazione del caso in questione. Inoltre, ha smentito rigorosamente le voci secondo cui ci sarebbero stati tentativi di influenzare il Garante della Privacy, definendole come “del tutto prive di fondamento” e affermando di essere “l’unica vittima” di questa spiacevole situazione.
La reazione del Garante della Privacy, che ha comminato una sanzione di 150mila euro alla RAI, evidenzia la gravità della violazione dei suoi diritti. Corsini ha ribadito che mettere in dubbio il giudizio dell’Autorità competetiva equivarrebbe a mettere in discussione anche la valutazione della Procura, che ha confermato l’illiceità della registrazione.
Concludendo la sua nota, Corsini ha messo in evidenza la necessità di bilanciare la libertà di informazione con il rispetto per la dignità delle persone: “La libertà di informare è un diritto fondamentale, ma non può diventare uno scudo per violare la dignità delle persone e la legalità delle fonti”.
Questa situazione continua a sollevare interrogativi sulle pratiche di giornalismo etico e sull’intreccio fra vita privata e interesse pubblico, mentre l’attenzione si sposta ora sulle implicazioni legali e morali di tali atti.