Milano, Arrestato il Picchiatore di Porta Venezia: Identità e Storia di Aboubacar Seke
Milano vive una nuova era di speranza e sicurezza dopo l’arresto di un uomo che ha terrorizzato le donne della zona di Porta Venezia. Il 23enne Aboubacar Seke, accusato di sette aggressioni tra il 13 agosto e il 5 ottobre, è stato catturato e attualmente si trova nel carcere di San Vittore.
Un Incubo per le Donne della Zona
Le aggressioni avvenivano prevalentemente in orari serali e colpivano donne sole, prescelte “a caso”. Il modus operandi di Seke era brutale: spintonava e colpiva le sue vittime al capo e alle gambe senza alcun apparente motivo. I residenti e i lavoratori della zona erano costretti a cambiare le loro abitudini per evitare di incrociare questo misterioso aggressore.
Una Storia di Precedenti
Aboubacar Seke non era un volto nuovo per le forze dell’ordine. Con 43 fotosegnalazioni all’attivo, il suo passato era caratterizzato da reati contro il patrimonio, come furti e rapine. Seke, di origini senegalese, era arrivato in Italia nel 2017, richiedendo protezione internazionale dopo uno sbarco a Lampedusa.
Dalla Protezione al Crimine
Seke ha ottenuto lo stato di rifugiato nel 2022, ma i suoi problemi legali non si sono fermati. Dopo aver accumulato denunce per aggressioni e minacce, nel luglio 2025 era stato arrestato a Roma per aver aggredito un negoziante. Dopo un breve periodo di detenzione, era stato rilasciato, ritenuto “non pericoloso socialmente”.
L’Apice della Violenza
Il giorno 5 ottobre segna il culmine delle aggressioni, quando Seke sfoga la sua violenza su quattro donne in meno di mezz’ora. Le vittime, stordite e traumatizzate, hanno fornito descrizioni dettagliate dell’aggressore, permettendo infine alle forze dell’ordine di risalire a lui grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza.
Il Ritorno alla Sicurezza
Con l’arresto di Seke, Milano respira finalmente un po’ di sollievo. Le donne della zona possono tornare a muoversi in sicurezza, ma questo caso solleva interrogativi significativi sulla gestione dei migranti e sulla protezione delle fasce più vulnerabili della società.
In conclusione, il caso di Aboubacar Seke non è solo una questione di sicurezza pubblica, ma pone attenzione sulla necessità di un sistema che protegga chi ha bisogno di aiuto, evitando che persone con storie difficili scivolino nel crimine anziché ricevere il sostegno necessario per integrarsi nella società.
Il Futuro di Porta Venezia
Speriamo che questo arresto sia un passo verso una Milano più sicura per tutte le donne. Le autorità sono ora chiamate a riflettere su come garantire che simili episodi non si ripetano, tutelando tanto la sicurezza pubblica quanto i diritti dei migranti.