Giustizia: l’Anf esprime dubbi sulla doppia presidenza e sul sorteggio per il Csm
BOLOGNA – L’Associazione nazionale forense (Anf) ha sollevato preoccupazioni significative riguardo le recenti riforme legislative in materia di giustizia. Durante un’intervista a Agorà su Rai3, il segretario generale Giampaolo Di Marco ha evidenziato le criticità legate alla nuova struttura del Consiglio superiore della magistratura (Csm), in particolare riguardo alla presidenza e all’adozione del sorteggio per la composizione del consiglio.
“Nessuna contrarietà alla separazione delle carriere”, ha ribadito Di Marco, sottolineando il consenso della quasi totalità della professione legale su questa tematica. Tuttavia, il segretario ha espresso perplessità in merito all’ormai noto “punto del sorteggio” per definire i componenti del Csm. La recente riforma prevede la creazione di due Csm distinti – uno per le funzioni giudicanti e l’altro per quelle inquirenti – entrambi presieduti dal capo dello Stato, un aspetto che desta non poche perplessità.
“La compatibilità costituzionale della doppia presidenza è sotto esame”, ha avvertito Di Marco, aggiungendo che la già complessa relazione tra presidente del Csm e presidente della Repubblica potrebbe essere aggravatasi dalla nuova riforma. Secondo il segretario, questo modello rischierebbe di continuare a replicare una criticità preesistente, piuttosto che apportare delle correzioni significative.
Sul tema del sorteggio, Di Marco ha affermato con fermezza: “L’autonomia e l’indipendenza della magistratura, sia giudicante sia requirente, sono un caposaldo irrinunciabile del nostro ordinamento democratico.” Pur riconoscendo l’importanza di percorsi di carriera distinti per giudici e pubblici ministeri, il segretario ha insistito che questi debbano essere attuati in modo da preservare e rafforzare l’autogoverno elettivo della magistratura, garantendo così la piena autonomia di tutti i magistrati.
Queste dichiarazioni dell’Anf giungono in un momento cruciale per il sistema giudiziario italiano, mettendo in discussione le modalità in cui si stanno organizzando e riformando le istituzioni. La questione resta aperta, in attesa di ulteriori sviluppi, mentre la comunità legale si prepara a reagire a queste nuove sfide.