Scaricabarile sul caso Albania: la questione dei sette migranti passa alla Corte UE

Il Tribunale di Roma ha deciso di rinviare alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea il caso dei sette migranti trattenuti nel centro di permanenza per il rimpatrio in Albania. La decisione arriva dopo la sospensione del provvedimento di convalida del trattenimento, relativo a migranti provenienti dall’Egitto e dal Bangladesh. Il tribunale ha sospeso il giudizio di convalida, facendo leva sul principio di prevalenza del diritto dell’Unione Europea.

I migranti liberati e trasferiti in Italia

I sette migranti, che erano stati trattenuti nel centro italiano di Gjader, in Albania, saranno liberati nelle prossime ore e trasferiti in Italia, con un arrivo previsto a Brindisi. La decisione di sospendere il trattenimento è stata presa in attesa della pronuncia della Corte di Giustizia Europea.

Il ruolo della Corte Ue nella designazione dei paesi sicuri

Il Tribunale di Roma ha sottolineato che la designazione dei Paesi di origine sicuri è una questione di competenza dell’Unione Europea. In base alla normativa europea, i giudici sono tenuti a verificare l’applicazione concreta di tali criteri, che prevalgono sulle leggi nazionali. Tuttavia, la non designazione di un Paese come sicuro non impedisce comunque il rimpatrio o l’espulsione dei migranti che non soddisfano i requisiti per restare in Italia.

Le parole di Salvini: “sentenza politica”

Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha reagito alla decisione del Tribunale di Roma definendo la sentenza come “politica”. Il Viminale, attraverso i suoi legali, si costituirà davanti alla Corte di Giustizia Europea per difendere la propria posizione riguardo alla gestione dei migranti e alle politiche sui rimpatri.

La posizione del Viminale e l’attesa per la Corte di Giustizia Europea Il Ministero dell’Interno italiano si prepara a portare la sua difesa di fronte alla Corte di Giustizia Europea, contestando la decisione di rimandare la questione sui Paesi sicuri al livello europeo. La questione resta aperta e si attende ora una pronuncia definitiva da parte della Corte di Lussemburgo.