Universitarie in catene al Rettorato | La verità svelata: la protesta è davvero unita?

Proteste Universitarie a Genova per un Centro Antiviolenza: La Situazione si Inasprisce

GENOVA – Un drappello di studentesse universitarie ha deciso di intensificare le proprie proteste, legate alla richiesta di istituire un centro antiviolenza nel campus, salendo al Rettorato dell’UniversitĂ  di Genova. La mobilitazione è scaturita dopo l’emergere di un’inquietante vicenda che ha coinvolto un professore di Architettura, indagato per aver realizzato fotomontaggi pornografici utilizzando le immagini di alcune delle sue studentesse.

“Siamo al terzo giorno di occupazione, il rettore ancora non si è fatto vedere e ignora completamente le nostre richieste”, dichiarano le studenti del movimento Cambiare Rotta. La loro protesta è segnata da una determinazione ferrea: “Non è accettabile che non sia ancora arrivata una risposta. Non accettiamo questo silenzio e non accettiamo un no per una richiesta così basilare, per un servizio che c’è in molte città d’Italia.”

Il rettore dell’UniversitĂ , Federico Delfino, ha finalmente rotto il silenzio sull’argomento, rispondendo ai giornalisti durante l’inaugurazione del Festival Orientamenti. “Se mi scrivono e chiedono di vedermi, certamente sono disponibile a incontrarle”, ha affermato, sottolineando di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte delle manifestanti. Tuttavia, le sue dichiarazioni non fanno riferimento specifico alle richieste formulate, limitandosi a indicare che l’ateneo sta lavorando su un programma di assistenza che non ha ritenuto necessario specificare ulteriormente.

“Abbiamo già detto che su questo tema abbiamo un programma che si sta sviluppando”, ha concluso Delfino, lasciando però aperti molti interrogativi. Nonostante la disponibilità dichiarata, la frustrazione tra le studentesse continua a crescere.

Le proteste ricevono sostegno anche dalla politica. Il gruppo Potere al popolo, rappresentato dalla co-portavoce nazionale Marta Collot, ha incontrato le studentesse incatenate, mentre il Partito Democratico, con la vice capogruppo alla Camera Valentina Ghio, ha presentato un’interrogazione al governo riguardo la situazione.

Tuttavia, il fronte della protesta appare spaccato. Un volantino, firmato da sei studentesse direttamente coinvolte nella controversia dei fotomontaggi, ha iniziato a circolare all’interno della facoltĂ  di Architettura. “Non stiamo collaborando con il collettivo Cambiare Rotta”, affermano, accusando il gruppo di agire in modo “eccessivamente veloce, a tratti semplificativa e priva di tatto”.

Queste studentesse hanno espresso preoccupazione per quelli che considerano una “caccia alle streghe”, sottolineando che la questione è attualmente gestita da esperti competenti. “Siamo sicure che la vicenda stia passando per le mani di persone competenti”, affermano, manifestando la volontà di affrontare la situazione in modo appropriato e rispettoso degli iter legislativi.

La tensione si accumula all’UniversitĂ  di Genova, dove le richieste di un centro antiviolenza si scontrano con un’ondata di emozioni e opinioni divergenti. In un contesto giĂ  delicato, sarĂ  fondamentale che le istituzioni ascoltino le diverse voci e promuovano un dialogo costruttivo per garantire la sicurezza e il benessere di tutti gli studenti.