Larimar, dall’autopsia nessun segno di violenza: si rafforza l’ipotesi del suicidio, ma la famiglia contesta questa versione
L’autopsia condotta sul corpo di Larimar Annaloro, la quindicenne trovata impiccata a Piazza Armerina (Enna), ha rivelato l’assenza di segni di violenza, rafforzando così l’ipotesi di un possibile suicidio. Tuttavia, la famiglia della giovane continua a escludere categoricamente questa possibilità, ritenendo che la ragazza non avrebbe mai scelto di farla finita.
Larimar è stata rinvenuta la settimana scorsa nel giardino della propria abitazione, appesa a un albero e con una corda attorno al collo. Il tragico ritrovamento è avvenuto dopo un litigio avuto a scuola con alcune compagne. Secondo quanto dichiarato dalla madre e dalla sorella della ragazza, ci sarebbero elementi che farebbero propendere per un’altra spiegazione: la porta della casa era aperta e la posizione del corpo avrebbe fatto supporre che Larimar toccasse il suolo.
Al termine dell’autopsia, il medico legale Giuseppe Bulla ha affermato che saranno necessari ulteriori dati, lasciando quindi aperta ogni ipotesi investigativa. Tuttavia, l’assenza di segni evidenti di violenza indirizza le attenzioni verso il gesto suicida, come già ipotizzato inizialmente dalla Procura dei minori di Caltanissetta, che ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio.
La vicenda è complicata da elementi di possibile bullismo che potrebbero aver influenzato il comportamento di Larimar. Testimonianze di compagni di scuola indicano che esisterebbe un video del litigio a scuola, in cui la ragazza sarebbe stata accerchiata e insultata da un gruppo di coetanei. Nonostante le segnalazioni, gli insegnanti non avrebbero assistito a tali eventi, complicando ulteriormente la situazione.
La madre della ragazza ha affermato con fermezza: "Mia figlia non si è uccisa. Amava troppo la vita." La sorella ha sottolineato che Larimar non avrebbe mai preso una decisione così drammatica sapendo che la madre o il padre l’avrebbero trovata. La narrazione familiare punta a mettere in luce l’intensità del dolore e la confusione che circonda la morte della giovane, suggerendo che ci siano elementi ulteriori da considerare che potrebbero aver contribuito al tragico evento.
Con la comunità ancora scossa per quanto accaduto, gli inquirenti sono al lavoro per raccogliere testimonianze e prove che possano chiarire le circostanze della morte di Larimar. L’ombra del bullismo e della pressione sociale resta sulle spalle di tanti adolescenti, e la tragica vicenda di Larimar potrebbe rappresentare un campanello d’allerta per una riflessione più profonda su questa problematica.