Pesca, il Senegal rompe con l’Unione Europea: “Giù le mani dai nostri pesci”
Il Senegal ha annunciato la definitiva sospensione degli accordi di pesca con l’Unione Europea, esprimendo chiaramente l’intenzione di tutelare le proprie risorse marine. “Giù le mani dai nostri pesci” è il messaggio forte e chiaro lanciato dai ministri senegalesi, a pochi giorni dalla scadenza dell’attuale accordo, previsto per il 17 novembre.
Secondo Abdourahmane Diouf, ministro dell’Istruzione superiore, è fondamentale “ristabilire la verità”. Riferendosi a una recente comunicazione dell’Ue che sostiene di essere stata lei a decidere di non rinnovare l’accordo, Diouf ha dichiarato: “Ebbene, è una totale falsità”. Queste affermazioni mirano a ribaltare la narrazione europea, affermando che il Senegal ha già intrapreso questo percorso autonomo, ritenendo che gli accordi precedenti fossero dannosi per le comunità costiere.
Fatou Diouf, ministro della Pesca e delle Infrastrutture marittime e portuali, ha evidenziato che da domenica “nessuna nave europea avrà il diritto di pescare nella nostra zona economica esclusiva”. Questo passo rappresenta una svolta significativa per il paese, che ha visto le proprie risorse ittiche sfruttate intensamente da pescherecci non solo europei, ma anche asiatici, in particolare cinesi.
La decisione del Senegal si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per le risorse ittiche nazionali. Organizzazioni della società civile hanno messo in guardia sul rischio di impoverimento degli stock ittici, attribuendo la responsabilità alla pesca intensiva esercitata da flotte straniere. Con un settore della pesca che rappresenta circa il 16% dell’economia nazionale, la lotta per la sostenibilità diventa fondamentale.
Il neo eletto presidente Bassirou Diomaye Faye ha avviato delle verifiche sugli accordi di cooperazione esistenti, comprese le intese nel settore della pesca. Questi controlli, come sottolineato dal ministro Diouf, sono ancora in fase di completamento.
La mossa del Senegal segna quindi un punto di svolta nelle relazioni con l’Unione Europea nel settore della pesca. Con una chiara volontà di proteggere le proprie risorse, il paese africano sta posizionandosi come un attore indipendente e determinato a difendere gli interessi della sua economia locale. A questo punto, rimane da vedere quali effetti avrà questa decisione sulle dinamiche di pesca nel Golfo della Guinea e sulle relazioni con l’Unione Europea.