La morte di Agata Margaret Spada: indagini sul chirurgo Marco Antonio Procopio
BOLOGNA – Un tragico epilogo ha scosso la comunità quando Agata Margaret Spada, una giovane di 22 anni originaria di Lentini, è deceduta a Roma prima di un intervento di rinoplastica. La ragazza, come rivelano gli inquirenti, è morta il 7 novembre a causa di quella che sembra essere stata una reazione allergica all’anestesia, un possibile choc anafilattico. Sotto i riflettori è finito Marco Antonio Procopio, il chirurgo di 32 anni che avrebbe dovuto eseguire l’operazione.
Le recensioni su Procopio, pubblicate su piattaforme come MioDottore e alimentate anche da video pubblicitari su TikTok, descrivono il medico come “competente”, “gentile” e “disponibile”. Un giudizio quasi unanime, con ben 76 commenti positivi, ha contribuito a costruire un’immagine di professionalità che ora è messa in discussione. Gli inquirenti, infatti, stanno esaminando le dinamiche che hanno portato alla morte della giovane.
L’indagine è stata avviata dopo che le autorità hanno scoperto l’assenza di una cartella clinica per Agata nel suo studio legale, un ambulatorio ricavato in un appartamento all’Eur. Secondo quanto riferito, la giovane aveva inviato i risultati di alcuni esami al chirurgo tramite WhatsApp, ma non vi è traccia di documentazione formale. La Procura di Roma ha quindi iscritto Marco Antonio Procopio e suo padre, Marco, nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo.
Un video girato dal fidanzato di Agata mentre la giovane mostrava segni di grave disagio potrebbe rivelarsi cruciale per le indagini. Le immagini, che documentano momenti concitati, offrono uno spaccato delle circostanze drammatiche che hanno preceduto l’intervento. I medici, una volta allertati, tentano di rianimarla, ma non riescono a salvarla.
Il chirurgo, con una carriera costruita influenzato dalla prestigiosa scuola di Chirurgia Plastica Estetica di Ivo Pitanguy in Brasile, ha creato un profilo pubblico solido tramite un buon numero di recensioni positive. Pazienti entusiaste lodano non solo i risultati dei trattamenti, ma anche l’approccio empatico e professionale del medico,, sottolinenando la qualità e l’estetica dei risultati ottenuti.
Tuttavia, l’immagine del professionista di fiducia ora deve confrontarsi con un triste evento che ha invaso le pagine di cronaca e sollevato interrogativi sulla sicurezza e sulla regolamentazione delle pratiche di chirurgia estetica. Gli esiti dell’autopsia e degli esami tossicologici saranno fondamentali per delineare le responsabilità in questa tragica vicenda e stabilire se la morte di Agata avrebbe potuto essere evitata.
In attesa di riscontri ufficiali, la comunità e i parenti di Agata piangono una giovane vita spezzata e un futuro che non avrà mai luogo, mentre gli investigatori continuano a lavorare per fare luce su questo caso che solleva importanti questioni etiche e legali nel campo della medicina estetica.