Israele rivendica raid mortale a Damasco | Cosa nasconde davvero il bersaglio tra donne e bambini?

Israele rivendica raid su Damasco: il bilancio è drammatico, almeno quindici civili uccisi

ROMA – L’esercito israeliano ha confermato un doppio attacco aereo contro Damasco, con un bilancio tragico di almeno quindici civili morti, tra cui donne e bambini. L’operazione, seconda quanto riferito, è stata realizzata nel pomeriggio del 14 novembre 2024, attaccando principalmente il quartiere occidentale di Mazzeh e la località di Qudsaya, situata nella provincia di Damasco.

Le informazioni, diffuse dall’agenzia siriana Sana, indicano che il raid ha colpito edifici residenziali intorno alle 15:20 ora locale, provocando anche sedici feriti. Le autorità siriane hanno avvertito che il numero delle vittime potrebbe aumentare, esprimendo preoccupazione per la tragedia umanitaria in atto. L’esercito israeliano ha lanciato l’operazione dall’area delle Alture del Golan, una regione siriana occupata dal 1967.

In un comunicato pubblicato su Telegram, i militari di Tel Aviv hanno giustificato il raid sostenendo di aver preso di mira “diversi edifici e centri di comando del gruppo Jihad islamica”, considerato la branca armata di Hamas. Questa offensiva si inserisce in un contesto di intensificazione dei bombardamenti israeliani in Siria, che sono stati particolarmente frequenti dall’inizio dell’operazione contro Hamas nella Striscia di Gaza, avviata il 7 ottobre 2023.

Il quartiere di Mazzeh è noto per ospitare diversi edifici diplomatici, comprese alcune ambasciate, e un distaccamento del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp). Questa pallida evidenza mette ulteriormente in luce i rischi legati alle operazioni militari condotte in aree densamente popolate e strategicamente significative.

Le tensioni tra Israele e le fazioni palestinesi rimangono alte, e questo raid è solo l’ultimo capitolo di un conflitto che sembra non avere fine. Mentre la situazione resta volatile, la comunità internazionale continua a seguire con preoccupazione gli sviluppi in una regione segnata da migliaia di vittime e da un costante clima di instabilità.