Kennedy Jr. al governo in cambio di una manciata di voti: il cattivo "affare" di Trump
ROMA – “Trump potrebbe aver pagato troppo” per l’accordo con Robert F. Kennedy Jr., il quale, dopo aver ricevuto l’invito a diventare “ministro” della Salute, ha generato più aspettative che voti reali. Questo è quanto emerso dall’analisi pubblicata dal New York Times, in cui si evidenziano le criticità delle recenti elezioni e l’effettiva efficacia del supporto ricevuto dal controverso politico.
L’appoggio di Kennedy, noto per le sue posizioni da teorico della cospirazione e come membro di una storica dinastia politica americana, è stato descritto come un fascino simbolico piuttosto che un reale incentivo elettorale. La promessa di Trump di un ruolo di gabinetto di alto profilo è stata considerata più una mossa strategica per ottenere una “spinta morale” da parte dei liberali piuttosto che un vero guadagno di voti negli Stati chiave.
Secondo quanto riportato, l’incarico offerto a Kennedy rappresenta una consuetudine politica in cui i leader concedono posti di responsabilità a sostenitori in cambio di supporto elettorale sostanzioso. Tuttavia, l’ex addetta stampa di Trump, Stephanie Grisham, ha sottolineato come l’ex presidente ami i nomi riconoscibili, e ha messo in dubbio la sua decisione di promettere un ruolo di tale importanza se avesse previsto una vittoria nei sette Stati cruciali.
L’attrazione di Trump per i Kennedy è un tema ricorrente: da Presidente, spesso parlava dell’idea di essere seduto alla stessa scrivania dello Studio Ovale occupata da John F. Kennedy. Questo elemento simbolico, come evidenziato nel rapporto, ha influenzato le scelte di Trump, desideroso di integrare il marchio Kennedy nel proprio movimento politico.
In uno studio realizzato dal New York Times in collaborazione con il Siena College, prima che Kennedy decidesse di abbandonare la corsa presidenziale, emerge che il suo sostegno si attestava attorno al 5% degli elettori. I dati provenienti dagli Stati in bilico, tuttavia, indicano che i voti di Kennedy hanno avuto un impatto marginale sulle elezioni, con molti dei suoi sostenitori che hanno disertato le urne.
In effetti, i risultati delle elezioni hanno rivelato come Kennedy abbia registrato almeno il 3% di voti in meno in diverse contee, la maggior parte delle quali tradizionalmente democratiche, come il Vermont, ma con alcune inarequate anche in contesti repubblicani, come il Montana.
In conclusione, sia il New York Times che gli osservatori politici concordano su un punto: l’alleanza strategica tra Trump e Kennedy non si è tradotta in un significativo guadagno elettorale, e l’ex presidente potrebbe aver fatto un affare sbagliato. La scommessa su un nome iconico in cambio di un incarico ministeriale si è rivelata un investimento sottovalutato, evidenziando la complessità e l’imprevedibilità delle dinamiche politiche americane.