A Catania è in corso un acceso dibattito sulla privatizzazione del Porticciolo di Ognina, un’area simbolica per la città e storicamente legata alla cultura e alla tradizione del borgo. Il sindaco Enrico Trantino ha richiesto un intervento urgente alla Regione Siciliana per revocare la concessione demaniale marittima rilasciata alla società “Tortuga”, accusata di ampliare l’area destinata ai natanti, trasformandola in un parcheggio privato e a pagamento. Trantino ha sottolineato l’importanza di tutelare il carattere distintivo di Ognina, considerata un punto di riferimento culturale e ambientale per la città, ed ha invocato un controllo più rigoroso sulle concessioni e sulle modifiche al territorio.
Le voci favorevoli alla tutela del borgo
A supporto della posizione del sindaco, anche Sebastiano Anastasi, presidente del Consiglio Comunale, ha espresso il suo pieno sostegno alla richiesta di revoca della concessione. Anastasi ha ribadito la necessità di salvaguardare l’accessibilità al mare in una zona che riveste una grande importanza strategica e turistica. Secondo il presidente, la tutela delle tradizioni locali e l’ambiente, che da sempre caratterizzano il borgo di Ognina, sono essenziali per la vivibilità del territorio. Il Consiglio Comunale, ha assicurato, è pronto a collaborare per garantire la protezione del patrimonio catanese e il benessere della comunità.
Le proteste dei cittadini e la posizione delle associazioni
Il malcontento cittadino, però, non si è limitato alla politica. Diverse associazioni e gruppi di attivisti hanno organizzato manifestazioni di protesta contro il progetto di ampliamento del porticciolo, accusando la Regione e il Comune di non aver rispettato l’interesse pubblico. Free Green Sicilia, ad esempio, ha denunciato il degrado che ha subito il golfo di Ognina negli ultimi decenni, trasformato da luogo balneabile e di ritrovo per i catanesi in un parcheggio privato inquinato da numerosi natanti a motore. La situazione è ulteriormente peggiorata dal fatto che l’ampliamento, secondo quanto emerso recentemente, sarebbe stato autorizzato già dal 2022 senza un adeguato coinvolgimento della cittadinanza. Le voci di protesta continuano a crescere, con la deputata regionale Ersilia Saverino che ha chiesto un intervento immediato della Regione per ripristinare gli spazi pubblici e garantire la fruizione libera e aperta al pubblico della zona.