Carabinieri sequestrano reperti ellenistici mai visti prima | Cosa nasconde davvero il misterioso traffico di tesori archeologici?

Roma, sequestrati cinque argenti del tesoro di Morgantina

Il 25 novembre 2024, i Carabinieri del Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale hanno effettuato una significativa operazione nella lotta contro il traffico illecito di reperti archeologici. Cinque frammenti di argento, risalenti all’epoca ellenistica, sono stati sequestrati e consegnati all’Istituto Centrale del Restauro per un urgente intervento di restauro conservativo.

Questi reperti provengono da un’area storicamente compromessa da scavi clandestini, in particolare dall’antica città greca di Morgantina, situata nel Comune di Aidone in provincia di Enna. Questa zona, già nota per il traffico di opere d’arte, presenta un passato ricco di manufatti preziosi, molti dei quali sono stati sottratti al patrimonio culturale italiano e venduti al mercato nero.

Un passato recente di recupero e restituzioni

Il caso di Morgantina non è nuovo alle cronache. Nel 2011, la celebre "Venere di Morgantina" è stata rimpatriata dall’estero, ma la storia di rapine e restituzioni è lunga e complessa. Altri reperti, come il "Tesoro di Morgantina", esibito al Metropolitan Museum di New York, e la statua di Ade, nota come Barbablu, hanno anch’essi fatto parte di operazioni di recupero. Il territorio siciliano, un tempo ricco di arte e cultura, è stato spesso vittima delle attività di tombaroli, scoprendo un triste trend di depredazione.

Il sequestratore e le indagini

Secondo il comunicato dei Carabinieri, l’uomo coinvolto nel trasporto degli argenti è stato notato mentre camminava per le strade di Roma, con un borsone in pelle. Durante il controllo, ha dichiarato di avere con sé reperti archeologici, provenienti dalla rivelazione del padre, il quale gli avrebbe svelato un segreto prima di morire. Questo ha portato i Carabinieri a investigare sul terreno indicato dall’uomo, che si trovava nei pressi del Parco Archeologico di Morgantina.

Le indagini condotte dai Carabinieri del TPC hanno rivelato un complesso sistema di ricettazione legato al mercato nero dell’arte, con collegamenti tra tombaroli e antiquari. Le evidenze raccolte dimostrano la provenienza precisa di questi argenti, rinvenuti in una zona già oggetto di scavi archeologici ufficiali.

Il valore culturale degli argenti

I cinque argenti sequestrati, databili al III secolo a.C., rappresentano una delle testimonianze più significative dell’oreficeria ellenistica in Sicilia. Grazie a un monitoraggio continuo e a tecniche investigative di precisione, è stato possibile accertare non solo la loro provenienza, ma anche la loro importanza storica.

La lotta contro il traffico di reperti archeologici è una questione cruciale per la salvaguardia del patrimonio culturale italiano. Con continui sforzi delle autorità, e in particolare dei Carabinieri TPC, si cerca di contrastare un fenomeno del quale spesso il pubblico non è consapevole: la sottrazione, vendita e ricettazione di beni inestimabili, che costituiscono la memoria storica di un intero paese.

Conclusione

Nonostante il procedimento penale nei confronti del trasgressore sia ancora in corso, le autorità italiane continuano a lavorare per il recupero del patrimonio culturale. Il trasferimento dei cinque argenti all’Istituto Centrale per il Restauro segna un ulteriore passo verso la tutela e la preservazione delle testimonianze storiche del nostro passato. La storia di Morgantina è un monito sull’importanza di proteggere e valorizzare il nostro patrimonio culturale, un’eredità da custodire per le future generazioni.