Sciopero del 29 novembre: Salvini firma la precettazione e i sindacati annunciano battaglia legale
Roma, 26 novembre 2024 – Un importante passo attraverso il già turbolento panorama sindacale italiano: il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha ufficialmente firmato la precettazione dello sciopero programmato per il 29 novembre, coinvolgendo il settore dei trasporti. Questa decisione arriva in risposta all’agitazione indetta da Cgil e Uil, che si inserisce nel contesto di un più ampio sciopero generale contro la recente manovra economica del governo.
Le organizzazioni sindacali non ci stanno e definiscono l’atto di Salvini come una “grave lesione” del diritto di sciopero. Maria Grazia Gabrielli, segretaria nazionale della Cgil, ha espresso forte disapprovazione in merito alla precettazione, manifestando l’intenzione di impugnarla in tutte le sedi opportune. Durante una riunione tenutasi al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Gabrielli ha commentato: “Attenderemo gli atti, li valuteremo e poi procederemo con le necessarie azioni legali”.
Secondo Gabrielli, il tentativo di conciliazione avviato nella riunione era meramente formale, poiché il ministro non si è dimostrato interessato ad ascoltare le motivazioni che hanno spinto i sindacati a proclamare lo sciopero. “Non possiamo accettare che i diritti dei lavoratori vengano calpestati in questo modo”, ha sottolineato, evidenziando la determinazione della Cgil nel difendere il diritto di sciopero.
Al momento, i sindacati stanno valutando le possibili reazioni legali a questa precettazione, considerando anche l’opzione di rivolgersi al TAR. “Non escludiamo di approfondire tutte le vie necessarie alla tutela dello sciopero generale e dei lavoratori”, ha affermato Gabrielli.
Con la data dello sciopero che si avvicina, cresce dunque la tensione tra istituzioni e sindacati, in un clima di incertezza riguardo al futuro delle relazioni industriali in Italia. La battaglia legale che si preannuncia potrebbe avere ripercussioni significative sia per i lavoratori sia per l’agenda politica attuale.
L’esito di questa controversia sarà attentamente monitorato, poiché potrebbe segnare un punto di svolta nei rapporti tra il governo e i sindacati, in un contesto di crescente insoddisfazione sociale per le scelte politiche attuate nell’ultimo periodo.